mercoledì 27 marzo 2013

Bersani spera ancora nel M5S, ma Crimi: "Lasci e l'incarico passi a noi" - IlGiornale.it

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Bersani spera ancora nel M5S, ma Crimi: "Lasci e l'incarico passi a noi"

"In assoluta trasparenza ho cercato di mettere insieme le forze politiche di fronte a un'occasione vera di cambiamento, un'occasione precisata e strutturata che riguarda da un lato un governo che risponda immediatamente ad esigenze impellenti e dall'altro le riforme strutturali da cui parliamo da tempo".

Al termine della giornata clou, il leader del Pd Pier Luigi Bersani torna laddove aveva cominciato: non è riuscito a tirare dalla sua parte il Movimento 5 Stelle, non è riuscito a digerire un'alleanza con Silvio Berlusconi e con l'asse Pdl-Lega Nord e, soprattutto, non è riuscito a mettere insieme una maggioranza solida che garantisca stabilità al prossimo governo. E, così, si è ritrovato, così come quando era partito, con un pugno di mosche in mano. "La vicenda è chiusa e l'ha chiusa Bersani che ora si trova nel vicolo cieco in cui si è infilato - ha commentato il segretario del Pdl, Angelino Alfano - sta a lui, ora, rovesciare la situazione, se vuole e se può, nell'interesse del Paese".

Fino all'ultimo Bersani non getterà la spugna. "Le forze parlamentari si stanno prendendo le loro ore di riflessione e domani attendo una risposta conclusiva", ha spiegato il leader piddì in attesa di incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per capire cosa ne sarà della propria vita. Al capo dello Stato spiegherà l'attuale panorama politico. Panorama che l'inquilino del Quirinale conosce già sin troppo bene dal momento che ha incontrato le stesse forze non più di un paio di settimane fa. "Sarò flessibile se viene chiesta un'ora in più dalle forze politiche - ha spiegato il segretario democrat - ma dobbiamo avviarci a una determinazione conclusiva". Bersani spera ancora in un'alleanza con Beppe Grillo. Alleanza che questa mattina i capigruppo del Cinque Stelle, Roberta Lombardi e Vito Crimi, hanno nuovamente escluso. "Pensare di fermare l'intelligenza con gli insulti è come fermare l'acqua con le mani - ha avvertito - si può insultare se si sta fuori dal Palazzo, quando si sta dentro si deve decidere che cosa si vuole fare per il Paese". Secondo il leader del Pd, chi dice "no" al suo governo, "lo dice non a Bersani che non si rompe la testa, lo dice all'Italia". In realtà, è proprio lui l'uomo dei "no". A Silvio Berlusconi che più volte gli ha teso la mano per formare un governo di grande coalizione, ha continuamente ripetuto che non intende scendere a patti con il Pdl e il Carroccio. Insomma, il segretario democrat vuole governare coi voti del centrodestra ma senza concedere nulla, né incarichi all'interno dell'esecutivo né la presidenza della Repubblica.

Adesso la palla passa nelle mani di Napolitano. Il faccia a faccia con Bersani, che dovrebbe tenersi entro venerdì, tirerebbe le somme di una situazione a dir poco intricata. "Andrò al Quirinale e valuterò insieme al presidente della Repubblica - ha assicurato Bersani - non ho diktat da fare, come leggo, devo portare una valutazione conclusiva fatta di numeri e anche di valutazioni politiche e con il capo dello Stato il dialogo è sempre bello, corretto e produttivo". Quello che, però, Bersani non ha considerato è che è proprio attorno al suo nome che le forze politiche non riescono proprio a convergere. Tanto che gli stessi grillini sarebbero anche disposti a votare un governo, puché non ci sia il leader del piddì alla presidenza del Consiglio. "Se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia", ha spiegato Crimi ribadendo, tuttavia, che i Cinque Stelle non voteranno mai "un governo targato Pd anche se guidato da una persona terza". SeNapolitano non dovesse assegnare a Bersani l'incarico di formare un nuovo governo, il percorso delle consultazioni riprenderebbe il suo iter. A Quel punto il M5S sarebbe pronto ad assumersi la sua responsabilità politica proponendosi direttamente per l'incarico di formare una squadra.



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