sabato 20 agosto 2011

VIAGGIO APOSTOLICO A MADRID
IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
18-21 AGOSTO 2011FESTA DI ACCOGLIENZA DEI GIOVANIDISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Plaza de Cibeles, Madrid
Giovedì, 18 agosto 2011 Cari amici,ringrazio per le affettuose parole che mi hanno rivolto i giovani rappresentanti dei cinque continenti. Saluto con affetto tutti coloro che sono qui radunati, giovani di Oceania, Africa, America, Asia ed Europa; e anche coloro che non sono potuti venire. Vi tengo sempre presenti e prego per voi. Dio mi ha concesso la grazia di potervi vedere e udire più da vicino, e di porci insieme in ascolto della sua Parola.Nella lettura che è stata proclamata, abbiamo ascoltato un passo del Vangelo nel quale si parla di accogliere le parole di Gesù e di metterle in pratica. Vi sono parole che servono solamente per intrattenere e passano come il vento; altre istruiscono la mente in alcuni aspetti; quelle di Gesù, invece, devono giungere al cuore, radicarsi in esso e forgiare tutta la vita. Senza ciò, rimangono vuote e divengono effimere. Esse non ci avvicinano a Lui. E, in tal modo, Cristo continua ad essere lontano, come una voce tra molte altre che ci circondano e alle quali ci siamo già abituati. Il Maestro che parla, inoltre, non insegna ciò che ha appreso da altri, ma ciò che Egli stesso è, l'unico che conosce davvero il cammino dell'uomo verso Dio, perché è Egli stesso che lo ha aperto per noi, lo ha creato perché potessimo raggiungere la vita autentica, quella che sempre vale la pena di vivere, in ogni circostanza, e che neppure la morte può distruggere. Il Vangelo prosegue spiegando queste cose con la suggestiva immagine di chi costruisce sopra la roccia stabile, resistente agli attacchi delle avversità, contrariamente a chi edifica sulla sabbia, forse in un luogo paradisiaco, potremmo dire oggi, ma che si sgretola al primo soffio dei venti e si trasforma in rovina.Cari giovani, ascoltate veramente le parole del Signore, perché siano in voi «spirito e vita» (Gv 6,63), radici che alimentano il vostro essere, criteri di condotta che ci assimilano alla persona di Cristo: essere poveri di spirito, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, amanti della pace. Fatelo ogni giorno con costanza, come si fa con il vero Amico che non ci defrauda e con il quale vogliamo condividere il cammino della vita. Ben sapete che, quando non si cammina al fianco di Cristo, che ci guida, noi ci disperdiamo per altri sentieri, come quello dei nostri impulsi ciechi ed egoisti, quello delle proposte che lusingano, ma che sono interessate, ingannevoli e volubili, lasciano il vuoto e la frustrazione dietro di sé.Approfittate di questi giorni per conoscere meglio Cristo e avere la certezza che, radicati in Lui, il vostro entusiasmo e la vostra allegria, i vostri desideri di andare oltre, di raggiungere ciò che è più elevato, fino a Dio, hanno sempre un futuro certo, perché la vita in pienezza dimora già nel vostro essere. Fatela crescere con la grazia divina, generosamente e senza mediocrità, prendendo in considerazione seriamente la meta della santità. E, davanti alle nostre debolezze, che a volte ci opprimono, contiamo anche sulla misericordia del Signore, che è sempre disposto a darci di nuovo la mano e che ci offre il perdono attraverso il Sacramento della Penitenza.Edificando sulla ferma roccia, non solamente la vostra vita sarà solida e stabile, ma contribuirà a proiettare la luce di Cristo sui vostri coetanei e su tutta l'umanità, mostrando un'alternativa valida a tanti che si sono lasciati andare nella vita, perché le fondamenta della propria esistenza erano inconsistenti. A tanti che si accontentano di seguire le correnti di moda, si rifugiano nell'interesse immediato, dimenticando la giustizia vera, o si rifugiano nelle proprie opinioni invece di cercare la verità senza aggettivi.Sì, ci sono molti che, credendosi degli dei, pensano di non aver bisogno di radici, né di fondamenti che non siano essi stessi. Desidererebbero decidere solo da sé ciò che è verità o no, ciò che è bene o male, giusto e ingiusto; decidere chi è degno di vivere o può essere sacrificato sull'altare di altre prospettive; fare in ogni istante un passo a caso, senza una rotta prefissata, facendosi guidare dall'impulso del momento. Queste tentazioni sono sempre in agguato. È importante non soccombere ad esse, perché, in realtà, conducono a qualcosa di evanescente, come un'esistenza senza orizzonti, una libertà senza Dio. Noi, in cambio, sappiamo bene che siamo stati creati liberi, a immagine di Dio, precisamente perché siamo protagonisti della ricerca della verità e del bene, responsabili delle nostre azioni, e non meri esecutori ciechi, collaboratori creativi nel compito di coltivare e abbellire l'opera della creazione. Dio desidera un interlocutore responsabile, qualcuno che possa dialogare con Lui e amarlo. Per mezzo di Cristo lo possiamo conseguire veramente e, radicati in Lui, diamo ali alla nostra libertà. Non è forse questo il grande motivo della nostra gioia? Non è forse questo un terreno solido per edificare la civiltà dell'amore e della vita, capace di umanizzare ogni uomo?Cari amici: siate prudenti e saggi, edificate la vostra vita sulla base ferma che è Cristo. Questa saggezza e prudenza guiderà i vostri passi, nulla vi farà temere e nel vostro cuore regnerà la pace. Allora sarete beati, felici, e la vostra allegria contagerà gli altri. Si domanderanno quale sia il segreto della vostra vita e scopriranno che la roccia che sostiene tutto l'edificio e sopra la quale si appoggia tutta la vostra esistenza è la persona stessa di Cristo, vostro amico, fratello e Signore, il Figlio di Dio fatto uomo, che dà consistenza a tutto l'universo. Egli morì per noi e risuscitò perché avessimo vita, e ora, dal trono del Padre, continua ad essere vivo e vicino a tutti gli uomini, vegliando continuamente con amore per ciascuno di noi.Affido i frutti di questa Giornata Mondiale della Gioventù alla Santissima Vergine Maria, che seppe dire «sì» alla volontà di Dio, e ci insegna come nessun altro la fedeltà al suo divin Figlio, che seguì fino alla sua morte sulla croce. Mediteremo tutto ciò più attentamente nelle diverse stazioni della Via Crucis. Preghiamo che, come Lei, il nostro «sì» di oggi a Cristo sia anche un «sì» incondizionato alla sua amicizia, alla fine di questa Giornata e durante tutta la nostra vita. Grazie. © Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


giovedì 18 agosto 2011

Appena arrivato annuncia il Tema:la necessità della certezza

!Maestà,
Signor Cardinale Arcivescovo di Madrid,Signori Cardinali,
Venerati fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,Distinte Autorità nazionali, regionali e locali,
Cari fratelli e sorelle di Madrid e dell'intera Spagna,

grazie, Maestà, per la sua presenza qui insieme alla Regina, e per le parole così deferenti e cortesi che mi ha rivolto dandomi il benvenuto. Parole che mi fanno rivivere le indimenticabili dimostrazioni di simpatia ricevute nei miei precedenti viaggi in Spagna, e, in modo particolare, nel mio recente viaggio a Santiago de Compostela e a Barcellona. Saluto molto cordialmente tutti i presenti qui a Barajas e quanti seguono questa cerimonia attraverso la radio e la televisione. Un ricordo molto riconoscente anche a coloro che con tanto impegno e dedizione, nell'ambito ecclesiale e civile, hanno contribuito col proprio sforzo e lavoro perché questa Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid si svolga felicemente e ottenga frutti abbondanti.

Desidero anche ringraziare con tutto il cuore per l'ospitalità di tante famiglie, parrocchie, collegi e altre istituzioni che hanno accolto i giovani venuti da tutto il mondo, prima in differenti regioni e città della Spagna, e ora in questa grande Città di Madrid, cosmopolita e sempre con le porte aperte.

Sono qui per incontrarmi con migliaia di giovani di tutto il mondo, cattolici, interessati a Cristo o in cerca della verità che dà un senso genuino alla propria esistenza. Giungo come Successore di Pietro per confermare tutti nella fede, vivendo alcuni giorni di intensa attività pastorale per annunciare che Gesù Cristo è la Via, la Verità e la Vita; per dare impulso all'impegno di costruire il Regno di Dio nel mondo, tra noi; per esortare i giovani a incontrarsi personalmente con Cristo Amico e così, radicati nella sua Persona, convertirsi in suoi fedeli discepoli e coraggiosi testimoni.

Perché e con quale scopo è venuta questa moltitudine di giovani a Madrid? Sebbene la risposta dovrebbero darla gli stessi giovani, si può ben pensare che essi desiderano ascoltare la Parola di Dio, come si è loro proposto nel motto di questa Giornata Mondiale della Gioventù, in modo che, radicati ed edificati in Cristo, manifestino la fermezza della loro fede.

Molti di loro hanno udito la voce di Dio, forse solo come un lieve sussurro, che li ha spinti a cercarlo più assiduamente e a condividere con altri l'esperienza della forza che ha la voce di Dio nella loro vita. Questa scoperta del Dio vivo rianima i giovani e apre i loro occhi alle sfide del mondo nel quale vivono, con i suoi limiti e le sue possibilità. Vedono la superficialità, il consumismo e l'edonismo imperanti, tanta banalizzazione nel vivere la sessualità, tanta mancanza di solidarietà, tanta corruzione. E sanno che senza Dio sarebbe arduo affrontare queste sfide ed essere veramente felici, mettendo tutto il loro entusiasmo nel conseguimento di una vita autentica. Però con Lui accanto, avranno luce per camminare e ragioni per sperare, senza arrestarsi davanti ai loro più alti ideali, che motiveranno il loro generoso impegno per costruire una società dove si rispetti la dignità umana e la reale fraternità. Qui, in questa Giornata, hanno un'occasione privilegiata per mettere in comune le loro aspirazioni, scambiare reciprocamente la ricchezza delle proprie culture ed esperienze, animarsi l'un l'altro in un cammino di fede e di vita, nel quale alcuni si credono soli o ignorati nei propri ambienti quotidiani. Invece no, non sono soli. Molti loro coetanei condividono i loro stessi propositi e, fidandosi completamente di Cristo, sanno che hanno realmente un futuro davanti a loro e non temono gli impegni decisivi che danno pienezza a tutta la vita. Per questo è per me un'immensa gioia ascoltarli, pregare insieme e celebrare l'Eucaristia con loro. La Giornata Mondiale della Gioventù ci porta un messaggio di speranza, come una brezza di aria pura e giovanile, con soffio rinnovatore che ci riempie di fiducia di fronte al domani della Chiesa e del mondo.

Certamente non mancano difficoltà. Sussistono tensioni e scontri aperti in tanti luoghi del mondo, anche con spargimento di sangue. La giustizia e l'altissimo valore della persona umana si sottomettono facilmente a interessi egoisti, materiali e ideologici. Non sempre si rispetta, come si deve, l'ambiente e la natura, che Dio ha creato con tanto amore. Molti giovani, inoltre, guardano con preoccupazione al futuro di fronte alla difficoltà di trovare un lavoro degno, o perché l'hanno perduto o perché precario e insicuro. Altri hanno bisogno di essere messi in guardia per non cadere nella rete della droga, o di avere un'assistenza efficace, se, purtroppo, vi fossero caduti. Non pochi, a causa della loro fede in Cristo, soffrono in se stessi la discriminazione, che arriva al disprezzo e alla persecuzione aperta od occulta che patiscono in determinate regioni e paesi. Li si perseguita volendo allontanarli da Lui, privandoli dei segni della sua presenza nella vita pubblica, e mettendo a tacere perfino il suo santo Nome. Invece io mi accingo a dire ai giovani, con tutta la forza del mio cuore: che niente e nessuno vi tolga la pace; non vergognatevi del Signore. Egli non ha avuto riserve nel farsi uno come noi e sperimentare le nostre angustie per portarle a Dio, e così ci ha salvato.

In questo contesto è urgente aiutare i giovani discepoli di Gesù a rimanere saldi nella fede e ad assumere la meravigliosa avventura di annunciarla e testimoniarla apertamente con la propria vita. Una testimonianza coraggiosa e piena di amore per il fratello, decisa e prudente al contempo, senza nascondere la propria identità cristiana, in un clima di rispettosa convivenza con altre legittime opzioni ed esigendo, nello stesso tempo, il dovuto rispetto per le proprie.

Maestà, nel rinnovare la mia gratitudine per il deferente benvenuto che mi avete offerto, desidero manifestare anche la mia stima e vicinanza a tutte le genti della Spagna, così come la mia ammirazione verso un Paese così ricco di storia e cultura, per la vitalità della propria fede, che ha portato frutto in tanti santi e sante in tutte le epoche, in numerosi uomini e donne che lasciando la propria terra hanno portato il Vangelo in ogni angolo del mondo, e in persone rette, solidali e ricche di bontà in tutto il proprio territorio. È un grande tesoro che certamente vale la pena di custodire con atteggiamento costruttivo, per il bene comune di oggi e per offrire un orizzonte luminoso all'avvenire delle nuove generazioni. Benché vi siano attualmente motivi di preoccupazione, è maggiore l'ansia degli spagnoli di superarli con il dinamismo che li caratterizza, e al quale tanto contribuiscono le sue profonde radici cristiane, molto feconde nel corso dei secoli.

Saluto fin d'ora molto cordialmente tutti i cari amici spagnoli e madrileni e quelli che sono venuti da altri paesi. Nel corso di questi giorni sarò unito a voi, tenendo anche ben presenti tutti i giovani del mondo, in particolare quelli che attraversano delle prove di diversa natura. Affidando questo incontro alla Santissima Vergine Maria e all'intercessione dei santi protettori di questa Giornata, chiedo a Dio che benedica e protegga sempre i figli di Spagna. Grazie.


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domenica 14 agosto 2011

Trasgressivi? No, obbedienti.

Da La Bussola Quotidiana

di Roberto Marchesini 
05-08-2011

Non ho fatto in tempo a mettermi alla tastiera per un commento sulla morte del ventunenne lombardo ucciso a Mikonos da una bottigliata in discoteca che mi raggiunge la notizia di una ventenne precipitata dal balcone dell'albergo a Maiorca. La memoria va alla ventunenne uccisa l'anno scorso a Lloret de Mar, o al ventiseienne morto per un "tuffo dal balcone" a Ibiza, sempre l'anno scorso. Tutti giovanissimi, tutti morti nei "paradisi dello sballo" dove abbondano musica, alcol e droga. I media parlano di "trasgressione". Io non sono d'accordo. Secondo me questi giovani sono assolutamente obbedienti. Obbediscono all'educazione che noi adulti stiamo impartendo loro. Non siamo forse noi che li esponiamo a dosi massicce di erotismo e sessualità "ricreativa", disimpegnata, facile ("Basta che non prendi brutte malattie...")? Non siamo noi che li intratteniamo ogni pomeriggio con programmi nei quali non bisogna avere talenti particolari per avere l'attenzione della telecamera (e quindi diventare popolare)? Che proponiamo loro come modelli persone dedite al narcisismo e al divertimento ("di-vertimento" da cosa, visto che non lavorano)? Non siamo noi che abbiamo abbassato gli standard scolastici, in modo che le aule siano "luoghi di socializzazione"? Non siamo noi che facciamo di tutti perché i "ragazzi" non debbano fare la benché minima fatica ("Che al resto ci pensiamo noi")? Chi gli dà i soldi – stiamo parlando di ventenni - per piercing, tatuaggi e vacanze con gli amici all'estero (mai, però, che so, a Czestokowa, a Medjugorje, a Lourdes...)?





Non è forse questa la generazione del "Mio figlio deve avere quello che non ho avuto io"? No, questi poveri giovani non sono vittime della trasgressione, ma dell'obbedienza. Abbiamo cresciuto questa generazione in provetta: sono vittime di noi adulti. Se davvero fossero trasgressivi, questi giovani getterebbero il televisore dal balcone, anziché se stessi; si ribellerebbero al consumismo a credito, all'ecologismo senza fondamento scientifico, al politicamente corretto; chiederebbero "Perchè?" come facevano da bambini, tenterebbero di "unire i puntini", facendo connessioni e traendo conclusioni; sarebbero contemplativi, ma in azione (con le mani). Frugherebbero nei bauli per riscoprire autori dimenticati da decenni, esigerebbero una istruzione seria, riscoprirebbero le virtù. E magari la preghiera. Ma questi ragazzi non sono trasgressivi, sono "bravi ragazzi", come si dice sempre dopo la loro morte. È questa la loro condanna.


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sabato 6 agosto 2011

A Oropa il cardinale Bertone presenta il significato
della Giornata mondiale della gioventù

Madrid non sarà un'esperienza come le altre


"Madrid non sarà un'esperienza come le altre. La Giornata mondiale della gioventù non è mai una semplice esperienza di massa, come i grandi raduni sportivi o musicali che vediamo spesso in televisione. Vi è qualcosa di profondamente diverso e bello". È un vero e proprio manuale spirituale, con tanto di istruzioni per l'uso, quello che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha consegnato sabato 6 agosto ai tantissimi giovani della diocesi di Ivrea che hanno partecipato al pellegrinaggio notturno al santuario piemontese della Madonna di Oropa, e culminato proprio con il mandato per la Giornata di Madrid che si svolgerà dal 16 al 21 agosto. Una riflessione che da Oropa viene idealmente affidata a ogni giovane che sta per raggiungere la capitale spagnola.
È proprio ai giovani, con le loro famiglie e gli educatori, che il cardinale Bertone si è rivolto direttamente nell'omelia, suggerendo le coordinate per non perdere un'occasione così forte di maturazione e crescita. "Vi state preparando da tempo a vivere un'esperienza speciale: la Giornata mondiale della gioventù di Madrid. Alcuni di voi già hanno partecipato ad altre Gmg, come l'ultima a Sydney in Australia. Per molti altri, invece, quella di Madrid sarà la prima occasione di incontrarsi con una moltitudine di ragazzi e giovani di tutti i continenti, le lingue, le culture". Infatti, "non sarà un ritrovarsi da soli, tanti individui gli uni accanto agli altri, come spettatori di un grande evento. Saremo invece tutti insieme uniti al Papa, guida e segno visibile della comunione nella Chiesa. E Papa Benedetto non ci rivolgerà un semplice discorso come tanti altri, con uno sfondo sociale o politico. Il Papa vi parlerà, ci parlerà di Gesù e ci donerà la sua presenza, attraverso il Sacramento dell'Eucaristia. Ci indicherà la persona vivente di Gesù, ci chiamerà a stare con Lui, ad essere suoi amici e ci mostrerà la strada buona da seguire sul nostro cammino di vita per contribuire a trasformare il mondo".
Il cardinale ha quindi collocato la sua riflessione nel "contesto dell'odierno pellegrinaggio ad Oropa, nel giorno particolare in cui la liturgia ci invita a contemplare il mistero della trasfigurazione del Signore. È come se Dio stesso ci invitasse e guardare al di là del tempo presente e della storia, permettendoci, anche se per un breve istante, di vedere qualcosa della sua divinità nell'umanità di Gesù. Anche questa è un'esperienza unica e affascinante, al punto che lo stesso Pietro esclama stupito: è bello per noi Signore essere qui! Se vuoi farò qui tre capanne! L'evento della trasfigurazione, che i discepoli vivono accanto a Gesù, diviene un punto di nuovo inizio nel loro rapporto con il Signore.
Non possono ancora comprendere fino in fondo che la gloria di Gesù sarà intimamente unita alla sua passione di croce, ma possono intuire che la divinità del Padre si è fatta vicina a ciascuno di loro e che il Dio inaccessibile ed invisibile ora ha un volto ed una voce, quelli del Signore Gesù. La loro salita al monte della trasfigurazione, seguendo il Signore, ora diventa il cammino di ogni cristiano, di ciascuno di noi". L'evento che racconta l'evangelista Matteo suggerisce alcuni spunti importanti anche per la Gmg di Madrid. Il mandato "è, infatti, un invito a mettervi in cammino, insieme a tutta la Chiesa, sulle orme di Gesù. Anche voi siete chiamati a salire sul monte alto della fede, dal quale si può guardare al mondo ed alla vita quotidiana con uno sguardo diverso e nuovo, riconoscendo nelle vicende di ogni giorno, a scuola, in famiglia, sul lavoro la presenza di Dio e del Vangelo".
"A Madrid - ha consigliato il cardinale ai giovani - avrete il tempo per fermarvi e per riflettere sulle grandi scelte della vita. So bene che nel cuore portate il sogno di un'esistenza pienamente vissuta, pienamente realizzata. So bene anche che la società di oggi è profondamente complessa, diversificata e, in alcuni casi, anche ostile alla fede. Per questo il mandato verso Madrid costituisce anche la proposta di un impegno forte e coerente al servizio del Vangelo. Siamo dunque invitati a fare nostre le parole chiave del Messaggio che il Papa ci ha indirizzato in preparazione alla Giornata della gioventù: "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (Colossesi 2, 7)".
Un itinerario spirituale che non si percorre mai da soli e che ha un forte accento vocazionale. "Voi siete e sarete - ha spiegato - in cammino con tutta la Chiesa. Questa è l'altra grande esperienza di fondo che voi vivrete: essere parte di una Chiesa giovane, dinamica e gioiosa. Una comunità di cuori giovani che sanno dare tutto il meglio delle loro energie per un grande progetto di vita. Non abbiate paura di rispondere alla chiamata del Signore! Per alcuni di voi la Giornata di Madrid sarà forse l'occasione per scoprire la chiamata di Dio. Quante vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata sono nate e cresciute durante le Gmg. Il Signore che vi conosce personalmente e vi ama, saprà anche indicarvi ciò che si attende da voi, dalla vostra amicizia, dalla vostra fede".
Il cardinale non ha fatto mancare neppure i consigli per vivere il dopo Madrid. "Quando la grande assemblea si sarà sciolta e voi tornerete alle vostre case, rimarrà la sola cosa che conta, la presenza di Gesù nella vostra vita. Vi sarete nutriti della sua Parola e dell'Eucaristia. Egli abiterà il vostro cuore come l'amico fedele che non delude. E proprio questo sarà il dono più bello che porterete con voi. Sarete chiamati e scendere da quell'alto monte, a ritornare alla vita di ogni giorno, ma con uno spirito diverso, rinnovato nella fede, con la gioia nel cuore ed il desiderio di crescere nel bene".
Un progetto che ha un compagno di viaggio d'eccezione nella persona del Papa. Ai giovani il cardinale Bertone ha portato "l'affetto, il saluto e l'incoraggiamento di Benedetto XVI che attende di incontravi tutti in Spagna. Il Papa vi invita a fare della Parola di Dio il punto di riferimento di questo vostro pellegrinaggio". E, come pensiero spirituale per il pellegrinaggio, ha riproposto loro le parole del Pontefice nell'Epifania di quest'anno, per dare il giusto orientamento verso Madrid, infondendo il senso autentico della speranza e della gioia: "È la Parola di Dio la vera stella, che, nell'incertezza dei discorsi umani, ci offre l'immenso splendore della verità divina.
Lasciamoci guidare dalla stella, che è la Parola di Dio, seguiamola nella nostra vita, camminando con la Chiesa, dove la Parola ha piantato la sua tenda. La nostra strada sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci. E potremo anche noi diventare stelle per gli altri, riflesso di quella luce che Cristo ha fatto risplendere su di noi".
"Vi ringrazio - ha concluso - dell'invito a farmi pellegrino insieme con voi ai piedi della Vergine di Oropa, alla quale si rivolgono da secoli le genti della nostra terra, presentando fiduciose alla Madre del Signore, le attese, le gioie e le fatiche delle famiglie, della comunità cristiana e della società intera".
Con il segretario di Stato hanno concelebrato, tra gli altri, monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea, che ha guidato anche il pellegrinaggio notturno con i ragazzi della diocesi dalla parrocchia di Andrate fino al santuario di Oropa, monsignor Gabriele Mana, vescovo di Biella, monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea.



(©L'Osservatore Romano 7 agosto 2011)