giovedì 5 febbraio 2009

La deriva eutanasica grave ferita per l'Italia


In questo mondo stufo di tutto è palesemente diventata cultura dominante il fatto d poter tagliare , semplificandola a proprio ozioso gudizio, parti della realtà entro la quale non sappiamo più rintracciare il benchè minimo stupore di un mistero.

Sono tutti diventati uomini dal ventre pieno ? Uomini con il ventre da riempire e basta ?!


Il presidente della Cei sulla vicenda Englaro
La deriva eutanasica grave ferita per l'Italia

Roma, 5. Siamo in "un momento molto grave e molto triste nella storia del nostro amato Paese" e la morte per "eutanasia" di Eluana Englaro rappresenterebbe "una grave ferita" e uno "scivolamento" che si spera "non irreversibile". Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, è tornato ieri sulla vicenda della giovane da diciassette anni in stato vegetativo persistente. Una vicenda che ormai da mesi, ma soprattutto in questi ultimi giorni, sta scuotendo e interpellando la coscienza del Paese. Per la Chiesa italiana, la vicenda della giovane donna - che attualmente si trova in una clinica di Udine dove a breve, in ossequio a una sentenza della Corte d'appello di Milano, dovrebbero essere avviate le procedure per la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione - rappresenta uno snodo cruciale nella battaglia per affermare l'intangibilità della vita umana. "Siamo molto preoccupati - ha affermato il porporato ai microfoni di Sat2000 - perché una deriva eutanasica di questo tipo, se arriverà a dolorosa conclusione, sarà una grave ferita nella nostra cultura che è, da sempre, una cultura di promozione, custodia, difesa della vita in tutte le sue forme, soprattutto in quelle più fragili, come ha ricordato il nostro Papa". Una preoccupazione, quella di Bagnasco, che investe anche il dibattito in corso sulla legge sul testamento biologico o sul fine vita. "È un momento molto grave, molto triste della storia del nostro amato Paese - ha aggiunto - perché vede uno scivolamento, speriamo non irreversibile, della dolorosa vicenda che riguarda non solo Eluana ma tutti quelli che le vogliono bene". Molto del futuro dell'Italia è insomma anche legato alla sorte di questa ragazza. "Il grado di civiltà di un popolo, di una cultura - ha detto ancora il presidente della Cei - è segnato, in primo luogo, dalla capacità di rispettare e accogliere, nel modo più bello, più responsabile, la vita quando è fragile. Dall'inizio del concepimento fino al suo naturale tramonto". Una preoccupazione simile a quella di Bagnasco ha spinto nelle ultime ore alla mobilitazione organizzazioni e movimenti cattolici. Davanti alla casa di riposo "La Quiete" di Udine, dove da martedì è ricoverata Eluana Englaro, stazionano alcune decine di aderenti della Comunità Giovanni XXIII e di altri gruppi ecclesiali. Il Movimento per la vita esorta tutti i suoi aderenti a cominciare un digiuno da venerdì, giorno in cui dovrebbe cominciare la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione a Eluana. E il vescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, "affida al Signore i drammi, le angosce e le sofferenze degli uomini" e rinnova l'invito "a intensificare la preghiera perché il Signore sostenga quanti sono nella sofferenza e illumini coloro che hanno responsabilità nel prendere decisioni così drammatiche". In una nota diffusa dall'ufficio stampa diocesano, il vescovo auspica "che in Friuli prevalga, come nel passato, la cultura della vita su quella della morte".(©L'Osservatore Romano - 6 febbraio 2009)