domenica 3 agosto 2014

«D’ora in poi reciterò ogni giorno il Padre nostro in aramaico-assiro, la vostra lingua, fino a quando non sarete ritornati a Mosul» | FERMENTI CATTOLICI VIVI

«D'ora in poi reciterò ogni giorno il Padre nostro in aramaico-assiro, la vostra lingua, fino a quando non sarete ritornati a Mosul»

nun

Lettera "nun" ovvero N dell'alfabeto arabo, con cui vengono segnate la case dei cristiani in Irak…

Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione

In pochi giorni abbiamo imparato a conoscere la ﻥ la lettera nun dell'alfabeto arabo che – impressa sui muri delle case dei cristiani di Mousl per indicare i «nazareni» – è diventato il simbolo della persecuzione contro i cristiani in Iraq. In molti hanno scelto in questi giorni questo simbolo per esprimere pubblicamente la propria vicinanza ai cristiani di Mosul: è diventata una specie di logo.

Dall'Iraq in queste ultime ore è giunta però anche la proposta di un altro gesto che prova a spingersi anccora un passo più avanti in questa vicinanza. A lanciarla è stato il cardinale arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, che si è recato in visita proprio ai cristiani iracheni esuli nelle città del Kurdistan. Dopo aver ascoltato le loro sofferenze ha fatto un promessa: «D'ora in poi reciterò ogni giorno il Padre nostro in aramaico-assiro, la vostra lingua, fino a quando non sarete ritornati a Mosul», ha detto.

Ieri anche l'Oeuvre d'Orient – una storica ong francese che sostiene le comunità cristiane d'Oriente – ha fatto proprio questo gesto. E ha proposto sul proprio profilo Facebook una traslitterazione del Padre nostro del messale della liturgia caldea. Questo per permettere a tutti quelli che lo desiderano di pregare con le stesse parole dei cristiani di Mosul, anche senza essere in grado di leggere i testi assiri.

Rilanciamo anche noi questa stessa traslitterazione invitando chi lo desidera a unirsi a questo gesto molto bello, che non si limita a sbandierare un logo ma prova a condividere davvero anche una storia:

padrenostrocaldeo

Padre Nostro in caldeo, la lingua con cui pregano i nostri fratelli perseguitati in Irak

A'oun D'ouashmaya nethqaddash shmakh
téthé malkouthakh
nehoué seouyanakh a'iykanna d'ouashmaya ap b'ar'a.
Haoulan lahma d'sounqanan yaoumana
ouashwoklan houba'in ouahtaha'in
a'iykanna d'ap hnan shouaqa'in lhayaoua'in.
Ou la ta'lan lnessyona
ella passan men bisha
mettol dilakhi malkoutha
haïla outheshbota
l'alam almin
amen.

[Fonte: http://www.missionline.org/%5D

Difficile da leggere anche traslitterato?

Ecco un video suggestivo che ci potrà aiutare a pregare il Padre Nostro in aramaico assiro, in comunione coi cristiani perseguitati in Irak, e non solo…

Non è che un segno di comunione, per stringerci ai nostri fratelli perseguitati…



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