sabato 4 agosto 2012

Formigoni, Negri: «Non giudico un politico dalle camicie» | Tempi.it

Negri: «Formigoni ha fatto cose straordinarie. La stampa è contro Cl perché contro la Chiesa»

 

«Alla magistratura in Italia non sempre si può guardare con molta fiducia». Parla così Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, in un'intervista a Panorama su Roberto Formigoni e il movimento di Comunione e Liberazione. Alla domanda sulle inchieste che toccherebbero Cl, risponde: «Ritengo di non dover intervenire su questioni che mi pare debbano ancora essere definite. Qualora ci fossero dei reati, ciascuno si assumerebbe le sue responsabilità. (…) Cl è un popolo che mangia, veglia, dorme, vive e muore non per se stesso ma per Colui che è morto e risorto. È da prevedere che possano esserci degli scarti, ma ciò non tocca la fiducia che ho nel metodo educativo di Cl e mi fa solidale fino a prova provata con questi amici. Anche perché da quello che è emerso sulla stampa, mi pare che alcune cose, vedi l'affare Finmeccanica, siano assolutamente demenziali».

A proposito della lettera scritta per Repubblica da don Julián Carrón afferma: «Non è possibile negare a priori che qualcuno abbia vissuto la tentazione di modulare la propria presenza in politica secondo dinamiche di potere,. Il movimento è stato chiamato dal suo capo a un recupero di identità, ma non ci si può fidare che il mondo laicista dia credito a queste cose. La stampa ha risposto in una maniera esasperatamente anticiellina perché la nostra stampa è esasperatamente anticattolica».

Capitolo Formigoni, il presidente di Regione Lombardia è indagato ma sostiene che sono «tutte falsità». «Di Formigoni ho una grandissima stima – afferma Negri – Ritengo che abbia fatto cose straordinarie per la società lombarda: il sistema sanitario, il buono scuola, la libertà di educazione. Questi sono i fatti sulla base dei quali giudico un politico, non la vita privata. Per ora si è parlato solo di camicie sgargianti e vacanze costose». E se proprio bisogna parlare di yacht e vacanze milionarie, il vescovo dichiara: «Come direi a ogni cristiano e anche a me stesso: cerchiamo di vivere coerentemente con l'educazione che abbiamo ricevuto. Punto».



Ma perché Cl dovrebbe essere in odio alla società? «Nella maggior parte dell'Europa la chiesa si trova a giocare in un contesto sociale e politico terribilmente ostile. Questo processo è stato, non dico vinto, ma fortemente rallentato in Italia dalla presenza di realtà come Cl. Il laicismo non l'ha ancora perdonato alle realtà vive della Chiesa. (…) È la Chiesa stessa a essere sotto assedio, perché rappresenta un'alternativa a questa società consumistica, individualistica e tecnoscientifica, dove tutto viene deciso dal massmediaticamente corretto». Come il caso «Eluana Englaro», che Negri definisce «omicidio di stato nato dalla convergenza di una cattiva magistratura, una cattiva scienza e di certa cattiva politica».


Categorie: Interni
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Appello
ai cattolici italiani e a coloro
che hanno a cuore il bene comune, la libertà e il diritto alla vita di tutti
Eliminate Formigoni! L’ordine è partito da tempo. Micidiale. Come quelli lanciati da Lavrentij Pavlovič Berija, il potentissimo capo della polizia segreta stalinista, un cinico e crudele confezionatore di falsi dossier, esperto nell’arte raffinatissima di rimestare nel fango, utilizzare il braccio armato dei pubblici ministeri e dirigere sapientemente l’informazione giornalistica. Mentre i mandanti non appaiono sempre facilmente identificabili, scherani e sicari, al contrario, non hanno paura di mostrarsi pubblicamente e di porre la propria firma sotto il corsivo di un quotidiano che conta.
Quattro sono i buoni motivi per eliminare il Presidente della Regione Lombardia.
1) Formigoni per ben quattro volte si è sottoposto al giudizio elettorale del popolo, e per tutte e quattro le volte è stato acclamato vincitore con percentuali di consenso inossidabili. Tutto ciò appare inaudito e inconcepibile per chi nutre un profondo disprezzo per il popolo, salvo poi ergersi a suo paladino e tutore. Del resto, lo stesso Berija presiedeva il Commissariato del Popolo per gli Affari Interni (NKVD), l’organismo che vigilava, sorvegliava e difendeva la sicurezza del popolo. Con i metodi ben noti.
2) Formigoni guida una Regione che è considerata, anche dai nemici, seppur obtorto collo, un modello d’eccellenza. E’ bravo, forse il migliore, e inattaccabile dal punto di vista della gestione amministrativa, brillando, tra l’altro, in uno dei settori più delicati e più importanti per il bene comune, qual è quello della sanità. Per questo è odiato. Evidenzia disfunzioni altrui, costituisce un parametro di valutazione, introduce criteri meritocratici nella pubblica amministrazione, in un ambito, cioè, in cui essi sono stati da sempre banditi per colpa di una cultura di sinistra egualitaria e stracciona. Anche in questo odio i nemici di Formigoni scimmiottano i metodi del loro antico maestro Berija, noto per il disprezzo nei confronti di tutti coloro che riuscivano ad emergere per intelligenza, carattere, cultura.
Al momento giusto arrivava sempre un dossier, un pubblico ministero, la Pravda, un processo farsa e, olé, il gioco era fatto. Una vittima illustre fu Grigory Ordzhonikidze, dirigente che si distinse dagli altri leader del Cremlino, ridotti a grigi burocrati e meri esecutori degli ordini di Stalin, perché intelligente, sincero, con tendenze democratiche, leale verso i compagni e avversario feroce di ogni forma di menzogna l’ipocrisia. E’ finito stritolato dagli intrighi e le macchinazioni del NKVD.
page1image105003) Formigoni ha tutti i numeri per assumere un ruolo politico preminente a livello nazionale. E ciò è ritenuto pericolosissimo dai suoi nemici, perché il Presidente della Lombardia sarebbe perfettamente in grado di interpretare e rappresentare quel Volksgeist cattolico, mortalmente inviso alle potentissime lobby del politically correct. Per questo deve fare la fine che Lavrentij Pavlovič Berija destinava a tutti coloro che minacciavano di fare ombra al Capo.
4) Formigoni è un cattolico, un papista, uno che crede davvero nei ratzingeriani valori non negoziabili, uno che prende sul serio il Magistero della Chiesa Cattolica, uno capace di difendere la vita, la famiglia e la libertà d’educazione, uno che ha ripescato il concetto di sussidiarietà dal vocabolario ottocentesco di Leone XIII, uno che ha attaccato le unioni gay invitando i cattolici del PD ad uscire dal partito, uno che ha pensato di vivere la propria fede in modo integrale e totalizzante al punto di far parte dei memores Domini. Insomma, una bestemmia per quel groviglio di interessi e poteri che va dal mondialismo economico all’europeismo massonico, dal radicalismo chic all’anticlericalismo politicamente corretto, dallo statalismo accentratore all’assistenzialismo paternalista, dalle lobby eugenetiche agli interessati imprenditori della dolce morte, dai potentissimi gruppi omosessuali alle consorterie libertarie anticristiane. Tutti uniti da un unico comune denominatore: l’odio viscerale verso tutto ciò ha il vago sentore di cattolico. Del resto, per tornare al passato, nella sistematica persecuzione della religione come “oppio dei popoli”, il nostro Berija si distinse per il particolare accanimento contro «il cattolicesimo romano papista». La lotta contro la Santa Sede divenne oggetto di un vero e proprio piano strategico del NKVD, in cui si evidenziava il «carattere reazionario, antipopolare dei Vescovi romani», bollati come «anticristiani, antidemocratici e antinazionali». Stalin in persona, nel dicembre 1943, chiese a Berija un rapporto dettagliato sulla «situazione delle Chiese cattolico-­‐romane» nel territorio sovietico, stabilendo che di esse avrebbero dovuto occuparsi gli Agenti dei Servizi di sicurezza e il Soviet per gli Affari dei culti religiosi, appositamente costituito nella successiva estate del 1944.
Quello che sta accadendo oggi a Roberto Formigoni non può non interrogare la coscienza di tutti i cattolici italiani e di coloro che hanno a cuore il bene comune, la libertà e il diritto alla vita di tutti.
Sta a loro scegliere. Possono decidere di difendere l’unica esperienza politico-­‐istituzionale del nostro Paese in cui si opera con successo per il bene comune, e si consente uno spazio culturale a quei principi e a quei valori in cui gli stessi cattolici si riconoscono. Oppure, possono decidere di capitolare, consegnando quell’esperienza a chi fino ad oggi ha dimostrato una disastrosa capacità di gestione, ma soprattutto a chi oggi sta attuando a tappe forzate una vera e propria kulturkampf contro quei principi e quei valori in cui gli stessi cattolici si riconoscono. Non c’è molto tempo per reagire, e questo è uno di quei momenti storici in cui tutti sono chiamati a fare una chiara e netta scelta di campo. Ciò che è in gioco è infinitamente più grande del destino personale e politico di Roberto Formigoni.
Per questi motivi
rivolgiamo un appello a tutti i cattolici italiani e a tutti coloro che hanno a cuore il destino del bene comune, della libertà e del diritto alla vita, affinché esprimano il proprio sostegno e la propria solidarietà al Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
CulturaCattolica.it
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