mercoledì 2 marzo 2011

Il Papa all'udienza generale: la libertà non si raggiunge con la violenza ma con l'amore



Alla udienza odierna su San Francesco di Sales un altro santo che ha contribuito a definire la santità del Laico

Giudizio di p.Lombardi

Padre Lombardi: cristiani pakistani colpiti dall’odio, libertà religiosa è urgenza drammatica



“L’assassinio del ministro pakistano per le minoranze, Shabbaz Bhatti, è un nuovo fatto di violenza di terribile gravità. Esso dimostra quanto siano giusti gli interventi insistenti del Papa a proposito della violenza contro i cristiani e contro la libertà religiosa in generale”: è quanto ha affermato il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti. “Bhatti – ha proseguito il portavoce vaticano - era il primo cattolico a ricoprire un tale incarico. Ricordiamo che era stato ricevuto dal Santo Padre nello scorso settembre e aveva dato testimonianza del suo impegno per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del suo Paese. Alla preghiera per la vittima, alla condanna per l’inqualificabile atto di violenza, alla vicinanza ai cristiani pakistani così colpiti dall’odio - conclude padre Lombardi - si unisce l’appello perché tutti si rendano conto dell’urgenza drammatica della difesa della libertà religiosa e dei cristiani oggetto di violenza e persecuzione”. RealAudioMP3

Un vero fedele laico martire!!

Riportiamo il bell'articolo su radiovaticana !

Sgomento in Pakistan: ucciso il ministro cattolico Bhatti. Contrario alla legge sulla blasfemia aveva difeso Asia Bibi



La Chiesa e la comunità internazionale hanno appreso con dolore e sgomento la notizia dell’assassinio del ministro pakistano per le Minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti, ucciso da un commando di fondamentalisti a Islamabad. Il ministro ha sempre sostenuto la causa della libertà religiosa e difeso le aspirazioni dei cristiani e delle altre minoranze. Ha più volte denunciato gli abusi della legge sulla blasfemia, ha chiesto giustizia per Asia Bibi. Il suo impegno a tutela delle minoranze gli è costato la vita. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

42 anni, figlio di missionari cristiani e appartenente al Partito Popolare pachistano (Ppp), Shahbaz Bhatti era uno strenuo difensore della libertà religiosa, animato da una profonda fede. “Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni – diceva il ministro Bhatti – parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù”. Il ministro è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco a Islamabad. Secondo fonti locali, uomini armati avrebbero aperto il fuoco contro la sua auto. Era l'unico cristiano nella nuova compagine governativa guidata dal premier Yusuf Said Raza Gilani. Lo scorso mese era stato riconfermato alla guida del Ministero delle Minoranze religiose e alla sua nomina si erano opposti i gruppi religiosi islamici che hanno anche emesso contro di lui una fatwa, una sentenza giuridica islamica. Era un uomo coraggioso al fianco delle minoranze e delle persone più vulnerabili. Ha più volte chiesto la riforma della legge sulla blasfemia, che in Pakistan prevede l’ergastolo in caso di dissacrazione del Corano e la pena di morte per offese a Maometto. Ha lanciato numerosi appelli chiedendo la liberazione di Asia Bibi, la donna cristiana madre di cinque figli condannata a morte per blasfemia e detenuta in carcere nella provincia del Punjab. Per questo suo costante impegno, era nel mirino dei fondamentalisti, che lo hanno più volte minacciato di morte. Dopo l'uccisione, lo scorso 4 gennaio, del governatore del Punjab Salman Taseer, che aveva chiesto la grazia per Asia Bibi e l'abolizione della legge sulla blasfemia, Bhatti aveva confidato di essere sulla “lista nera” dei gruppi estremisti. Ma a chi gli diceva che sarebbe stato opportuno lasciare il Paese, il ministro rispondeva che non poteva abbandonare il Pakistan. Era convinto di dover proseguire nella battaglia contro il fanatismo dei gruppi estremisti, sempre più influenti in Pakistan. E soprattutto era convinto che doveva continuare ad impegnarsi in favore delle minoranze e in particolare della comunità cristiana. La Chiesa pachistana ricorda oggi il ministro Batthi esprimendo il proprio profondo cordoglio e sottolineando che si tratta di un giorno “triste e amaro” non solo per i cristiani, ma per tutto il Paese. L’arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, mons. Lawrence Saldanha, definisce l’omicidio del ministro Bhatti un “tragico esempio dell'insostenibile clima di intolleranza che viviamo in Pakistan”. Il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, aggiunge che l’assassinio “è una grande tragedia non solo per i cristiani del Pakistan, ma per tutto il Paese”. “Il fanatismo – spiega il presule – colpisce in modo indiscriminato tutti coloro che sono impegnati nella difesa della verità, della giustizia e della pace”. Il vescovo di Islamabad-Rawalpindi, mons. Anthony Rufin, ricorda che il ministro era “un cattolico devoto e appassionato sin dalla più tenera età”. Al microfono di Chris Altieri, mons. Anthony Rufin aggiunge anche che il ministro Bhatti viveva “sotto costante minaccia”:

“I was …
Ero in visita ad un villaggio quando ho ricevuto la notizia della morte del ministro Bhatti: ho interrotto la mia visita e adesso sto rientrando ad Islamabad. Questa notizia ci addolora molto; rattrista tutto il Paese. Lui se lo aspettava quasi, perché era per la verità. Le minacce c’erano, ma lui era molto coraggioso. Era consapevole del fatto che dicendo la verità si sarebbe esposto al rischio; sapeva che prima o poi sarebbe potuto capitare anche a lui”.

Il 12 settembre dell’anno scorso Benedetto XVI aveva ricevuto a Castel Gandolfo il ministro Shahbaz Bhatti, durante una sua visita a Roma. Ascoltiamo alcune parole del ministro nell’intervista concessa a Stefano Leszczynski in quell'occasione:

“I believe that …
Credo che cambiare la mente e il cuore delle persone sia la cosa più importante e noi abbiamo lanciato una campagna interreligiosa proprio per conseguire questo obiettivo. Stiamo facendo tutto il possibile affinché le persone - che sono fuorviate dai terroristi - si votino invece all’armonia e alla pace”.

Sul luogo dell'attentato sono stati trovati volantini di estremisti pakistani del Punjab che rivendicano l’assassinio e ricordano la ferma posizione del ministro Bhatti contro la legge sulla blasfemia. Il 5 gennaio scorso la Radio Vaticana aveva trasmesso un’intervista a Bhatti subito dopo la morte del governatore del Punjab Salman Taseer, ucciso da un estremista per aver aderito al fronte per l’abolizione della legge sulla blasfemia. L’intervista è di Kelsea Brennan Wessels:

“I think that it is difficult...
Penso che sia difficile, ma il cattivo uso della legge sulla blasfemia spero che faccia sì che le persone possano rendersi conto che questo omicidio è avvenuto in seguito all’istigazione da parte di fanatici, che usano la legge sulla blasfemia per istigare il popolo alla violenza. Quindi, penso che questa legge debba essere rivisitata e riesaminata per impedirne il cattivo uso. Comunque, dall’altra parte, gli estremisti religiosi stanno dicendo chiaramente che non tollereranno nessuna rettifica in questa legge”.(ap)

“Il ministro Bhatti – ha detto il vescovo di Faisalabad - ha sempre parlato a voce alta per difendere la verità. Questo è il motivo per cui i fanatici hanno voluto ridurlo al silenzio”.

Un Martire , davvero un Martire, consapevole delle sue responsabilità !!

ORRORE IN PAKISTAN

Il ministro pakistano per le Minoranze è stato assassinato a colpi d'arma da fuoco questa mattina. Lo riferiscono i media locali. Secondo le prime informazioni, uomini armati avrebbero aperto il fuoco contro la sua auto. In passato aveva ricevuto minacce da parte degli estremisti. Si era interessato alla vicenda di Asia Bibi e si era dichiarato a favore di un emendamento della legge sulla blasfemia.
- La Santa Sede: atto di terribile gravità
LA RAGIONEVOLEZZA :ESIGENZA STRUTTURALE DELL' UOMO...
La Provvidenza ci porta a seguire Gesù condottiero intrepido contro il Potere e la Mentalità dominante.

E' una salita verso un'estrema testimonianza per rivelare che il Grande Gioco del mondo è dominato dalla volontà di Potere a partire dai sui più stretti collaboratori.
Allora ci vuole questo ultimo suo slancio verso il martirio per affermare che invece L'Amore e la Presenza del Padre della Vita da senso a Tutto.
Ma noi rimaniamo con le sue parole perchè è ragionevole così, perchè tutela tutta la nostra liberta rilanciandoci al confronto con ogni istante della nostra vita per aprire gli occhi a ciò che accade ,ai suoi ,quelli del Padre, segni...alla sua Provvidenza per una totale nostra apertura .
La vita diventa sempre più ragionevolmente misteriosa e bella!


Mc 10,32-45
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.




+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore