sabato 26 luglio 2014

Santa Messa per la popolazione nel giorno della Festa della patrona Sant'Anna (Piazza davanti alla Reggia di Caserta, 26 luglio 2014)

Che semplicità di concetti! Che facilità di apprendimento

Santa Messa per la popolazione nel giorno della Festa della patrona Sant'Anna (Piazza davanti alla Reggia di Caserta, 26 luglio 2014)

VISITA PASTORALE A CASERTA

SANTA MESSA

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza davanti alla Reggia di Caserta
Sabato, 26 luglio 2014

Video

 

Gesù si rivolgeva ai suoi ascoltatori con parole semplici, che tutti potevano capire. Anche questa sera – l'abbiamo sentito – Egli ci parla attraverso brevi parabole, che fanno riferimento alla vita quotidiana della gente di quel tempo. Le similitudini del tesoro nascosto nel campo e della perla di grande valore vedono come protagonisti un povero bracciante e un ricco mercante. Il mercante è da tutta la vita alla ricerca di un oggetto di valore, che appaghi la sua sete di bellezza e gira il mondo, senza arrendersi, nella speranza di trovare quello che sta cercando. L'altro, il contadino, non si è mai allontanato dal suo campo e compie il lavoro di sempre, con i soliti gesti quotidiani. Eppure per ambedue l'esito finale è lo stesso: la scoperta di qualcosa di prezioso, per l'uno un tesoro, per l'altro una perla di grande valore. Entrambi sono accomunati anche da un medesimo sentimento: la sorpresa e la gioia di aver trovato l'appagamento di ogni desiderio. Infine, tutti e due non esitano a vendere tutto per acquistare il tesoro che hanno trovato. Mediante queste due parabole Gesù insegna che cosa è il regno dei cieli, come lo si trova, cosa fare per possederlo.

Che cosa è il regno dei cieli? Gesù non si preoccupa di spiegarlo. Lo enuncia fin dall'inizio del suo Vangelo: «Il regno dei cieli è vicino»; - anche oggi è vicino, fra noi - tuttavia non lo fa mai vedere direttamente, ma sempre di riflesso, narrando l'agire di un padrone, di un re, di dieci vergini… Preferisce lasciarlo intuire, con parabole e similitudini, manifestandone soprattutto gli effetti: il regno dei cieli è capace di cambiare il mondo, come il lievito nascosto nella pasta; è piccolo ed umile come un granello di senape, che tuttavia diventerà grande come un albero. Le due parabole sulle quali vogliamo riflettere ci fanno capire che il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù. È Lui il tesoro nascosto, è Lui la perla di grande valore. Si comprende la gioia del contadino e del mercante: hanno trovato! È la gioia di ognuno di noi quando scopriamo la vicinanza e la presenza di Gesù nella nostra vita. Una presenza che trasforma l'esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli; una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell'immigrato. È una presenza accogliente, è una presenza gioiosa, è una presenza feconda: così è il regno di Dio dentro di noi.

Voi potrete domandarmi: come si trova il regno di Dio? Ognuno di noi ha un percorso particolare, ognuno di noi ha la sua strada nella vita. Per qualcuno l'incontro con Gesù è atteso, desiderato, cercato a lungo, come ci viene mostrato nella parabola del mercante che gira il mondo per trovare qualcosa di valore. Per altri accade all'improvviso, quasi per caso, come nella parabola del contadino. Questo ci ricorda che Dio si lascia incontrare comunque, perché è Lui che per primo desidera incontrare noi e per primo cerca di incontrarci: è venuto per essere il "Dio con noi". E Gesù è fra noi, Lui è qui oggi. L'ha detto Lui: quando voi siete riuniti nel mio nome, io sono fra voi. Il Signore è qui, è con noi, è in mezzo a noi!  È Lui che ci cerca, è Lui che e si fa trovare anche da chi non lo cerca. A volte Egli si lascia trovare nei luoghi insoliti e in tempi inattesi. Quando si trova Gesù se ne rimane affascinati, conquistati, ed è una gioia lasciare il nostro consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell'amore e del servizio umile e disinteressato. La Parola di Gesù, il Vangelo. Vi faccio una domanda, ma non voglio che voi rispondiate: quanti di voi ogni giorno leggono un brano del Vangelo? Ma quanti di voi, forse, si affrettano a finire il lavoro per non perdere la telenovela… Avere il Vangelo tra le mani, avere il Vangelo sul comodino, avere il Vangelo nella borsa, avere il Vangelo il tasca e aprirlo per leggere la Parola di Gesù: così il regno di Dio viene. Il contatto con la Parola di Gesù ci avvicina al regno di Dio. Pensate bene: un Vangelo piccolo sempre a portata di mano, si apre in un punto a caso e si legge cosa dice Gesù, e Gesù è lì.

Cosa fare per possedere il regno di Dio? Su questo punto Gesù è molto esplicito: non basta l'entusiasmo, la gioia della scoperta. Occorre anteporre la perla preziosa del regno ad ogni altro bene terreno; occorre mettere Dio al primo posto nella nostra vita, preferirlo a tutto. Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune. Quando una persona scopre Dio, il vero tesoro, abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio. Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura. Io so che voi soffrite per queste cose. Oggi, quando sono arrivato, uno di voi si è avvicinato e mi ha detto: Padre ci dia la speranza. Ma io non posso darvi la speranza, io posso dirvi che dove è Gesù lì è la speranza; dove è Gesù si amano i fratelli, ci si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l'ambiente e la natura. Questa è la speranza che non delude mai, quella che dà Gesù! Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità – tutti sappiamo il nome di queste forme di corruzione e di illegalità – richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell'attenzione al povero e all'escluso. Attendere al povero e all'escluso! La Bibbia è piena di queste esortazioni. Il Signore dice: voi fate questo e quest'altro, a me non importa, a me importa che l'orfano sia curato, che la vedova sia curata, che l'escluso sia accolto, che il creato sia custodito. Questo è il regno di Dio!

Oggi è la festa di Sant'Anna, a me piace chiamarla la nonna di Gesù e oggi è un bel giorno per festeggiare le nonne. Quando incensavo ho visto una cosa bellissima: la statua di Sant'Anna non è incoronata, la figlia, Maria, è incoronata. E questo è bello. Sant'Anna è la donna che ha preparato sua figlia per diventare regina, per diventare la regina dei cieli e della terra. Ha fatto un bel lavoro questa donna! Sant'Anna, patrona di Caserta, ha raccolto in questa piazza le varie componenti della Comunità diocesana con il Vescovo e con la presenza delle autorità civili e dei rappresentanti di varie realtà sociali. Desidero incoraggiarvi tutti a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della fede di un popolo che si riconosce famiglia di Dio e rinsalda i vincoli della fraternità e della solidarietà. Sant'Anna forse ha ascoltato sua figlia Maria proclamare le parole del Magnificat, che Maria ha sicuramente ripetuto tante volte: "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di bene gli affamati" (Lc 1, 51-53). Ella vi aiuti a ricercare l'unico tesoro, Gesù, e vi insegni a scoprire i criteri dell'agire di Dio; Egli capovolge i giudizi del mondo, viene in soccorso dei poveri e dei piccoli e colma di beni gli umili, che affidano a Lui la loro esistenza. Abbiate speranza, la speranza non delude. E a me piace ripetervi: non lasciatevi rubare la speranza!

 




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Il Papa in fila alla mensa del Vaticano

Il Papa in fila alla mensa del Vaticano

Visita a sorpresa oggi di Papa Francesco alla mensa del Vaticano, dove pranzano i dipendenti della Santa Sede. Il Papa si è presentato come un normale avventore mettendosi in fila. Sergio Centofanti ne ha parlato con lo chef della mensa, Franco Paìni:

R. – Sì, il Papa è stato nostro ospite, oggi.

D. – Come si è presentato?

R. – Eh … normalmente, come il più umile degli operai. Si è presentato qui, ha preso il suo vassoio, le posatine, ha fatto la fila e l'abbiamo servito. Ha mangiato la pasta in bianco e il merluzzo. E' stato benissimo: è stato circondato dalla sua grande famiglia … è stato benissimo! Ci siamo presentati, ci ha chiesto come stessimo, ci ha chiesto come lavoriamo, ci ha fatto i complimenti … è stato benissimo. Mi scusi ancora, io sono ancora emozionato, eh?

D. – E alla fine, vi ha dato una benedizione…

R. – Ci ha dato la benedizione, si è fatto le foto insieme a noi ed è andato via. E' stato un'oretta!

D. – E' stata una sorpresa?

R. – E' stata una sorpresa! Proprio un fulmine a ciel sereno! E chi se l'aspettava! Il Papa che viene a mangiare da noi?! Eh … Siamo stati tutti presi in contropiede, però è stata una delle più grandi soddisfazioni che ti possono capitare …



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venerdì 25 luglio 2014

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Formigoni: "Cdx, nessun rientro all'ovile. Su noi tante speculazioni, ma è finita stagione Berlusconi" | intelligonews

formigoni 1Nel Nuovo Centrodestra si parla di tensioni. Dopo una giornata di polemiche a distanza tra l'ala considerata più "berlusconiana" e l'altra, l'idea di una sorta di nuova Casa delle Libertà sta facendo ancora discutere. Chiediamo direttamente a Roberto Formigoni, deputato della componente, di chiarirci il "duello" in atto e se esista o meno la possibilità di una spaccatura.

Ncd divisa: si parla di diatribe interne, di ale berlusconiane e non, cosa succede realmente? 

"Noi siamo quelli che abbiamo detto fin dall'inizio: siamo di centro destra ma un nuovo centro destra. Ora, va guardata in faccia la realtà : nell'area di centrodestra ci sono divisioni e contraddizioni di fronte alle quali non si può voltare la pagina. Ho detto proprio a voi che che ci sono tre centro destra: quello che fa riferimento al Ppe in Europa ed è parte del governo, uno formato da Fdi e Lega contro l'Euro e l'Europa che ha assunto le posizioni di un partito di destra estremista (l'alleanza con la Le Pen lo esprime benissimo) e in mezzo c'è Fi che non è  né carne né pesce".

Ce l'ha con Fi?

"Questa è la realtà, non do giudizi di valore. Fi non partecipa al governo, strizza l'occhiolino alla Lega e comunque continua a far parte del Ppe. Se Fi ha deciso di abbassare i toni nei nostri confronti e di evitare di chiamarci traditori è sicuramente un passo in avanti. Nessuno s'illuda però: non è all'ordine del giorno un rientro nella casa del padre, tanto meno all'ovile".

Cioè? Cosa farete?

silvio berlusconi"Siamo un partito autonomo che continuerà ad esistere e continuerà a far parte del governo cercando di portare avanti i contenuti della nostra tradizione".

Ma non vanno lasciate da parte le differenze per guardare oltre? 

"Si devono lasciare da parte le differenze politiche che ci sono, e mentre ciascuno continua a militare sul suo campo, va aperto un grande spazio di confronto sulle idee e sulle proposte che vogliamo portare avanti. Se immaginiamo il centrodestra tra tre anni come lo vogliamo? A proposito sottolineerei la deriva laicista di Fi, ben evidenziata dalle posizioni sulle unioni civili etc…

Si parla dell'Assemblea Nazionale di sabato, dove si capirà se esistono condizioni per continuare con questa formazione…

"L'Assemblea è un'opportunità e non un problema. Un'opportunità per lavorare insieme e confrontarci su come dare sviluppo al nostro progetto e su come collocarci nella prospettiva di un rassemblement nuovo rispetto al centro destra che sarà tra tre anni. C'è un dibattito aperto e posizioni diverse. Ma non c'è alcuna spaccatura in vista, è una speculazione assoluta questa".

Nel frattempo però c'è un dato, quello dell'Italicum, che Berlusconi avrebbe un po' disegnato su misura per sé. In prospettiva Ncd sarebbe tagliata fuori facendo un semplice calcolo matematico…

"No, attenzione. Noi sull'Italicum abbiamo posto delle proposte di modifica irrinunciabili. Chiediamo soglie diverse, sopratutto quella verso l'alto,  e voto di preferenza. Su questo punto faremo valere tutte le armi nei confronti degli alleati di governo, ma vogliamo anche vedere come si comporterà Fi. Ha fatto bene Alfano a dire che prima di parlare con Berlusconi vuole vedere quale posizione prenderà su questi punti. Se ci vuole ammazzare non è che andremo a trovarlo a casa sua. Se invece comprenderà quanto chiediamo, un dialogo è possibile".

angelino-alfanoVi preoccupa il canale preferenziale di Renzi con Berlusconi attraverso Verdini?

"No, le riforme devono essere fatte con tutti. Ben venga il dialogo Renzi-Berlusconi, dopo di che c'è un luogo ancora più importante che è la maggioranza. Tanto è vero che il progetto di Senato uscito dal Nazareno lo abbiamo completamente riformato. Tutti dialoghino con tutti, dopo di che il luogo della sintesi è la maggioranza".

Un nuovo centro destra se fosse a guida Berlusconi incontrerebbe l'ostacolo del Ppe a cui non è molto gradito…

"Non credo che possa essere a guida Berlusconi. Lui continuerà a essere il leader di Fi, non è pensabile che lui possa guidare questa eventuale ricomposizione del centro destra. C'è una stagione per ciascuno, la stagione della sua leadership nel centro destra, e non in Forza Italia, è terminata. Tanto è vero che le primarie per noi sono una condizione imprescindibile".

Su questo siete d'accordo all'interno della sua componente?

"Ma certamente, sulle primarie siamo stati da subito d'accordo. Le differenze tra noi sono all'interno di un dibattito di un partito che sa dove andare. Non vedo spaccature, sono speculazioni di chi non ci vuol bene".



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domenica 20 luglio 2014

Il Papa all'Angelus: la violenza si vince con la pace Radio Vaticana

Di fronte a coloro che fanno del male c'è l'invito ad essere pazienti e aspettare!
In attesa della vittoria del bene finale!

Il Papa all'Angelus: la violenza si vince con la pace

Una preghiera per la pace ed un appello per le comunità cristiane di Mosul, in Iraq, perché perseguitate, sofferenti e costrette ad abbandonare le loro case. Ma anche il pensiero rivolto alle tensioni nel resto del Medio Oriente e in Ucraina. Così Papa Francesco, subito dopo l'Angelus in Piazza San Pietro. La riflessione del Pontefice si è soffermata anche sulla parabola evangelica del 'buon grano e della zizzania'. Il servizio di Giada Aquilino:

Papa Francesco prega e leva ancora una volta un appello per la pace, perché - dice - ha appreso "con preoccupazione" le notizie che giungono dalle comunità cristiane a Mossul, in Iraq, e in altre parti del Medio Oriente. Lì - ricorda - questi fratelli, "sin dall'inizio del cristianesimo, hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società":

"Oggi sono perseguitati. I nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente! Assicuro a queste famiglie e a queste persone la mia vicinanza e la mia costante preghiera. Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto. Sono con voi nella fede in Colui che ha vinto il male".

Il pensiero del Pontefice va anche ad altre "situazioni di tensione e di conflitto", che persistono specialmente nel resto del Medio Oriente e in Ucraina:

"Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza. La violenza si vince con la pace".

La riflessione del Pontefice all'Angelus si sofferma sulla parabola del 'buon grano e della zizzania'. La scena - ricorda - si svolge in un campo in cui il padrone semina del grano, ma il nemico lì semina anche la zizzania; eppure il padrone impedisce ai suoi servitori di estirpare l'erba, per evitare che con essa venga sradicato pure il grano. La parabola, spiega il Santo Padre, "affronta il problema del male nel mondo e mette in risalto la pazienza di Dio": zizzania in ebraico deriva dalla stessa radice di Satana e richiama divisione. Il demonio, ricorda il Papa, "sempre cerca di dividere le persone, le famiglie, le Nazioni e i popoli". È un nemico "astuto", che semina "il male in mezzo al bene" in modo che risulti "impossibile a noi uomini separarli nettamente". Ma - assicura il Pontefice - "alla fine Dio potrà farlo. Lui si prende il tempo" necessario, contrariamente a noi che - prosegue - "a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi":

"Dio invece sa aspettare. Egli guarda nel 'campo' della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino. Dio è paziente, sa aspettare. Che bello è questo: il nostro Dio è un padre paziente, che sempre ci aspetta e ci aspetta con il cuore in mano per accoglierci, per perdonarci! Sempre ci perdona, se andiamo da lui".

Dunque l'atteggiamento del padrone nella parabola "è quello della speranza fondata sulla certezza che il male non ha né la prima né l'ultima parola":

"Grazie a questa paziente speranza di Dio la stessa zizzania, cioè il cuore cattivo, con tanti peccati, alla fine, può diventare buon grano. Ma attenzione: la pazienza evangelica non è indifferenza al male; non si può fare confusione tra bene e male! Di fronte alla zizzania presente nel mondo il discepolo del Signore è chiamato a imitare la pazienza di Dio, alimentare la speranza con il sostegno di una incrollabile fiducia nella vittoria finale del bene, cioè di Dio".

Alla fine, al tempo "del giudizio", conclude infatti il Pontefice, "il male sarà tolto ed eliminato", perché "il giudice sarà Gesù" e "saremo tutti giudicati con lo stesso metro":

"Con lo stesso metro con cui abbiamo giudicato: la misericordia che avremo usato verso gli altri sarà usata anche con noi".



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domenica 13 luglio 2014



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Nuova settimana!
Lui parla in parabole per avvicinare coloro che sono sul punto di staccarsi
di andarsene!
il Cuore è il soggetto!
il cuore cioè il centro della motivazione!
il luogo dove si decide in base alla motivazione
Quale motivazione?
Lo scopo , la supposta immagine di feliciicità!
O l'immagine o la Parola del Cristo .
Vale a dire o La Mondanità che nasce da 3 radici che a loro volta partono dall'affermazione di Sè: il Potere;la avidità;la sensualità!

La Mondanità che domina le motivazioni ;il ridurre il proprio io e quello degli altri dissociando ogni possibilità di mistero e di irriducibilità.
in realtà l'uomo, io , il mio cuore è  altro è desiderio infinito irriducibile , indomabile. volto ad un a verità ,bellezza, bontà infinite. 


Il Nostro Cuore non si è perduto i nostri passi non hanno smarrito la sua strada…

Lui si presenta come il nuovo profeta , vicino a noi , compagno al nostro cammino , simile a noi . Non Belzebul come alcuni pensavano ,nemmeno SanGiovanni , simile a ieratici profeti quasi irraggiungibili !
No, come uno di noi!

No alla politica dello scarto: così il Papa al Seminario su economia inclusiva Radio Vaticana


No alla politica dello scarto: così il Papa al Seminario su economia inclusiva

Riportare l'uomo al centro, per non cadere nel riduzionismo antropologico, che scarta bambini, anziani e giovani generazioni. E' quanto ha detto, in sintesi, Papa Francesco ai partecipanti al seminario internazionale "Il bene comune globale verso un'economia più inclusiva" organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e dalla Seconda Sezione della Segreteria di Stato, svoltosi sabato in Vaticano. Usando la metafora del vino che dopo la distillazione diventa grappa, il Santo Padre ha poi messo in guardia dalla possibilità per l'uomo di perdere la propria reale essenza trasformandosi in altro, in un mero strumento. Durante il pranzo con accademici, esperti e rappresentanti di grandi imprese, il Pontefice ha anche ricordato la necessità di superare "una politica, una sociologia, un atteggiamento dello scarto". Il servizio di Tiziana Campisi:

Oggi l'uomo non è più al centro e finisce al servizio di qualcos'altro; non è più al centro della sua riflessione, non si pone come fulcro della società per sviluppare il suo pensiero, per elaborare le sue scelte, e così perde la sua umanità. Forti ed efficaci parole quelle del Papa al mondo di oggi, dove a generare decisioni sono gli interessi economici, sicché l'uomo:
"Diviene uno strumento del sistema, sistema sociale, economico, sistema dove spadroneggiano gli squilibri. Quando l'uomo perde la sua umanità, che cosa ci aspetta? Avviene quello che a me viene di dire in un linguaggio comune: una politica, una sociologia, un atteggiamento 'dello scarto'. Si scarta quello che non serve a questo, perché l'uomo non è al centro!"
E allora occorre che l'uomo torni "al centro della società, al centro dei pensieri, al centro della riflessione" ha aggiunto Papa Francesco. E a quanti studiano i sistemi economici e lavorano per istituzioni internazionali e grandi imprese, il Pontefice ha poi rimarcato che occorre salvare l'uomo:
"Si scartano i bambini, perché il livello di natalità - almeno qui in Europa - tutti lo conosciamo; si scartano gli anziani, perché non servono. E adesso? Si scarta tutta una generazione di giovani! E questo è gravissimo!. Ho visto una cifra: 75 milioni di giovani, sotto i 25 anni, senza lavoro. I "giovani né né": né studiano, né lavorano.  Non studiano perché non hanno possibilità, non lavorano perché non c'è lavoro. E' un altro scarto! Quale sarà il prossimo scarto? Fermiamoci per tempo, per favore".


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