domenica 9 dicembre 2012

Il grande orizzonte dove stare nelle prossime elezioni!




Ci vuole un Ppe, in Italia

www.ilsussidiario.net - 7 dic - L'Italia e l'Europa stanno attraversando un periodo eccezionale della loro storia. Di fronte a questa sfida siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di difendere ciò che ci sta a cuore, tornare protagonisti, stando in Europa con la nostra faccia e prendendoci con coraggio la responsabilità di alcune grandi scelte, decisive per il futuro del nostro paese. E' forte l'esigenza di dare all'Europa una nuova impronta e batterci perché essa, che oggi si trova in un momento molto delicato, prenda la giusta direzione. Da questo atteggiamento, sono certo, il nostro paese trarrà enormi benefici. Dopo gli eventi di ieri, la speranza è che il governo del professor Monti possa continuare fino alla naturale scadenza un lavoro di assoluta necessità.La confusione che lo scenario politico italiano sta mostrando in vista delle elezioni, con i tatticismi, le infinite discussioni sulle alleanze e sulla leadership che stanno offuscando le nostre speranze di uscire dalle sabbie mobili della crisi, ci suggerisce che è il momento di tornare a guardarci dentro per ripartire dalle cose in cui crediamo. Il momento storico drammatico ci impone di andare a fondo di quello che siamo e di non ripetere alcuni grandi errori del recente passato. Non dobbiamo perdere di vista gli ideali che fondano la nostra esperienza politica e nei quali credono milioni di cittadini italiani ed europei. Non possiamo permetterci di abbandonare la strada indicata dal Partito popolare europeo.E' giusto continuare a batterci affinché il Partito Popolare Europeo svolga meglio e fino in fondo il suo ruolo, guidando l'Unione europea verso un futuro di responsabilità, solidarietà e sviluppo, senza i quali gran parte dell'opinione pubblica sprofonderà verso un baratro di sfiducia e antieuropeismo. La strada giusta per l'Italia è più Europa. Il metodo migliore per garantire governo e futuro ai nostri cittadini è ricostituire l'unità di coloro che si riconoscono nella casa comune del Partito Popolare europeo senza fughe a sinistra, senza derive populiste e puntando a ridare voce a famiglie, imprese e territori. Dobbiamo lottare con tutte le nostre forze per garantire al nostro paese stabilità e sviluppo in uno dei momenti più difficili della sua storia. La posta in gioco é particolarmente alta e tutti i cittadini europei sono chiamati a prenderne coscienza, per essere finalmente protagonisti di una costruzione, quella europea, che negli ultimi anni è sempre stata fatta sulle loro teste.  Il più grande scoglio da superare è una politica che dimostra di avere timore di tutto, perché piegata alla logica del consenso e dell'esercizio del potere fine a sé stesso, privo di grandi ideali. I cittadini italiani che si riconoscono nel programma del PPE sono la maggioranza. Abbiamo il dovere di non deluderli. Per riuscire in questo intento dobbiamo avere l'atteggiamento di chi affronta ogni situazione cercando di andare a vedere come stanno le cose, al servizio della verità, di cui nessuna parte politica è detentrice. E' un fatto fuori di noi rispetto al quale dobbiamo giocare tutto del nostro patrimonio di conoscenze, di convinzioni, di desideri, di passione per il tentativo di dare al nostro popolo un futuro degno. La politica deve essere un'espressione della persona, lo Stato e le istituzioni devono agire per l'affermazione di ciascuno e non essere un impedimento. Questa condizione sembra mancare nel contesto politico odierno. Se il potere si qualifica come orizzonte ultimo della nostra esperienza politica l'uomo non esiste più. Da tutto questo dobbiamo partire se vogliamo davvero che il nostro Paese, la nostra gente, il nostro popolo, tutto quello che è espressione della nostra storia riescano a ritrovare la percezione del bene comune. Mi auguro che tanti percepiscano queste mie parole come indispensabile assunzione di responsabilità in queste circostanze e come sfida, a cominciare dal Presidente del Consiglio  Mario Monti.


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sabato 8 dicembre 2012

Solennità dell'Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, Angelus, 8 dicembre 2012, Benedetto XVI

In questo senso ella è "beata" perché «ha creduto» (Lc 1,45), perché ha avuto una fede salda in Dio.

Solennità dell'Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, Angelus, 8 dicembre 2012, Benedetto XVI

SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA BEATA VERGINE MARIA

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Sabato, 8 dicembre 2012

[Video]

 

Cari fratelli e sorelle!

A tutti voi, buona festa di Maria Immacolata! In questo Anno della fede vorrei sottolineare che Maria è l'Immacolata per un dono gratuito della grazia di Dio, che ha trovato, però, in Lei perfetta disponibilità e collaborazione. In questo senso ella è "beata" perché «ha creduto» (Lc 1,45), perché ha avuto una fede salda in Dio. Maria rappresenta quel «resto di Israele», quella radice santa che i profeti hanno annunciato. In lei trovano accoglienza le promesse dell'antica Alleanza. In Maria la Parola di Dio trova ascolto, ricezione, risposta, trova quel «sì» che le permette di prendere carne e venire ad abitare in mezzo a noi. In Maria l'umanità, la storia si aprono realmente a Dio, accolgono la sua grazia, sono disposte a fare la sua volontà. Maria è espressione genuina della Grazia. Ella rappresenta il nuovo Israele, che le Scritture dell'Antico Testamento descrivono con il simbolo della sposa. E san Paolo riprende questo linguaggio nella Lettera agli Efesini là dove parla del matrimonio e dice che «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (5,25-27). I Padri della Chiesa hanno sviluppato questa immagine e così la dottrina dell'Immacolata è nata prima in riferimento alla Chiesa vergine-madre, e successivamente a Maria. Così scrive poeticamente Efrem il Siro: «Come i corpi stessi hanno peccato e muoiono, e la terra, loro madre, è maledetta (cfr Gen 3,17-19), così a causa di questo corpo che è la Chiesa incorruttibile, la sua terra è benedetta fin dall'inizio. Questa terra è il corpo di Maria, tempio nel quale un seme è stato deposto» (Diatessaron 4, 15: SC 121, 102).

La luce che promana dalla figura di Maria ci aiuta anche a comprendere il vero senso del peccato originale. In Maria, infatti, è pienamente viva e operante quella relazione con Dio che il peccato spezza. In lei non c'è alcuna opposizione tra Dio e il suo essere: c'è piena comunione, piena intesa. C'è un «sì» reciproco, di Dio a lei e di lei a Dio. Maria è libera dal peccato perché è tutta di Dio, totalmente espropriata per Lui. E' piena della sua Grazia, del suo Amore.

In conclusione, la dottrina dell'Immacolata Concezione di Maria esprime la certezza di fede che le promesse di Dio si sono realizzate: che la sua alleanza non fallisce, ma ha prodotto una radice santa, da cui è germogliato il Frutto benedetto di tutto l'universo, Gesù, il Salvatore. L'Immacolata sta a dimostrare che la Grazia è capace di suscitare una risposta, che la fedeltà di Dio sa generare una fede vera e buona.

Cari amici, questo pomeriggio, com'è consuetudine, mi recherò in Piazza di Spagna, per l'omaggio a Maria Immacolata. Seguiamo l'esempio della Madre di Dio, perché anche in noi la grazia del Signore trovi risposta in una fede genuina e feconda.

Cari fratelli e sorelle!

A tutti voi, buona festa di Maria Immacolata! In questo Anno della fede vorrei sottolineare che Maria è l'Immacolata per un dono gratuito della grazia di Dio, che ha trovato, però, in Lei perfetta disponibilità e collaborazione. In questo senso ella è "beata" perché «ha creduto» (Lc 1,45), perché ha avuto una fede salda in Dio. Maria rappresenta quel «resto di Israele», quella radice santa che i profeti hanno annunciato. In lei trovano accoglienza le promesse dell'antica Alleanza. In Maria la Parola di Dio trova ascolto, ricezione, risposta, trova quel «sì» che le permette di prendere carne e venire ad abitare in mezzo a noi. In Maria l'umanità, la storia si aprono realmente a Dio, accolgono la sua grazia, sono disposte a fare la sua volontà. Maria è espressione genuina della Grazia. Ella rappresenta il nuovo Israele, che le Scritture dell'Antico Testamento descrivono con il simbolo della sposa. E san Paolo riprende questo linguaggio nella Lettera agli Efesini là dove parla del matrimonio e dice che «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (5,25-27). I Padri della Chiesa hanno sviluppato questa immagine e così la dottrina dell'Immacolata è nata prima in riferimento alla Chiesa vergine-madre, e successivamente a Maria. Così scrive poeticamente Efrem il Siro: «Come i corpi stessi hanno peccato e muoiono, e la terra, loro madre, è maledetta (cfr Gen 3,17-19), così a causa di questo corpo che è la Chiesa incorruttibile, la sua terra è benedetta fin dall'inizio. Questa terra è il corpo di Maria, tempio nel quale un seme è stato deposto» (Diatessaron 4, 15: SC 121, 102).

La luce che promana dalla figura di Maria ci aiuta anche a comprendere il vero senso del peccato originale. In Maria, infatti, è pienamente viva e operante quella relazione con Dio che il peccato spezza. In lei non c'è alcuna opposizione tra Dio e il suo essere: c'è piena comunione, piena intesa. C'è un «sì» reciproco, di Dio a lei e di lei a Dio. Maria è libera dal peccato perché è tutta di Dio, totalmente espropriata per Lui. E' piena della sua Grazia, del suo Amore.

In conclusione, la dottrina dell'Immacolata Concezione di Maria esprime la certezza di fede che le promesse di Dio si sono realizzate: che la sua alleanza non fallisce, ma ha prodotto una radice santa, da cui è germogliato il Frutto benedetto di tutto l'universo, Gesù, il Salvatore. L'Immacolata sta a dimostrare che la Grazia è capace di suscitare una risposta, che la fedeltà di Dio sa generare una fede vera e buona.

Cari amici, questo pomeriggio, com'è consuetudine, mi recherò in Piazza di Spagna, per l'omaggio a Maria Immacolata. Seguiamo l'esempio della Madre di Dio, perché anche in noi la grazia del Signore trovi risposta in una fede genuina e feconda.

 


Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

desidero anzitutto assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite nei giorni scorsi da un violento uragano. Prego per le vittime, per le loro famiglie e per i numerosi sfollati. La fede e la carità fraterna siano la forza per affrontare questa difficile prova.

En célébrant la solennité de l'Immaculée Conception, chers pèlerins francophones nous fêtons la splendeur du dessein de l'amour de Dieu qui, en Jésus, est né de Marie pour nous sauver du péché. La Vierge s'est remise totalement à celui qui l'a créée. Comme elle, celui qui se tourne vers Dieu trouve la liberté véritable, il devient véritablement lui-même et grand ! Saluons en Marie la beauté et la pureté à laquelle nous sommes tous appelés. Qu'elle nous apprenne à croire en Dieu qui nous dit toujours : « Sois sans crainte ! » Puisse cette fête fortifier notre foi ! Avec ma bénédiction.

I greet all the English-speaking visitors present at this Angelus prayer.  Today, with joyful hearts, we celebrate the Immaculate Conception of the Blessed Virgin Mary. Through her powerful intercession, may the Lord grant us the grace to reject sin and persevere in the grace of baptism.  I wish you a happy feast day and invoke upon you and your families God's abundant blessings!

Herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache. Zum Hochfest der Empfängnis Marias sage ich euch allen ein herzliches „Grüß Gott". Der Herr offenbart uns in Maria, daß er in seinem göttlichen Wirken auf die Mitarbeit seiner Geschöpfe zählt. Maria ist bereit, ihren Teil zur Menschwerdung des Gottessohns beizutragen. „Mir geschehe, wie du es gesagt hast" (Lk 1,38), antwortet sie, als der Engel ihr den Willen Gottes verkündet. Dieser Wille übersteigt die Kraft eines Menschen. Wir können ihm nur folgen, wenn wir uns im Glauben Gott anvertrauen, uns durch die schöpferische Kraft seiner Liebe umwandeln lassen zu neuen Menschen. Die selige Jungfrau Maria soll uns ein Vorbild sein und Fürsprecherin, damit wir den Willen Gottes in unserem Leben erkennen und danach handeln. Euch und euren Familien wünsche ich einen gesegneten Feiertag!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. Celebramos hoy la Solemnidad de la Virgen Inmaculada, preservada de toda mancha de pecado original. Es una fiesta en la que reconocemos que María Santísima, la toda hermosa, ha sido desde el primer momento de su existencia envuelta por el amor del Padre, colmada por la gracia del Hijo y cubierta con la sombra del Espíritu Santo. Encomiendo a Ella, al tenerla como ejemplo de gracia y modelo de santidad, los anhelos y buenos deseos que infunde en nosotros este tiempo de Adviento. Muchas gracias.

Pozdrawiam wszystkich Polaków. W adwentowym czasie oczekiwania na przyjście Pana towarzyszy nam Maryja niepokalanie poczęta. Sam Bóg zachował Ją od zmazy grzechu i obdarzył pełnią łaski, aby była godnym mieszkaniem Jego Syna. Oddajemy dziś chwałę Tej, która odpowiadając na Boże wezwanie dała doskonały wzór współpracy z Jego łaską. Niech Bóg wam błogosławi!

[Saluto tutti i polacchi. Nel tempo dell'Avvento, in attesa della venuta del Signore, ci accompagna Maria Immacolata. Dio stesso l'ha preservata da ogni macchia di peccato e le ha donato la pienezza della grazia per renderla dimora degna del suo Figlio. Oggi glorifichiamo Colei che, rispondendo alla chiamata di Dio, ha dato un perfetto esempio di cooperazione con la grazia. Dio vi benedica!]

Benedico tutti i soci dell'Azione Cattolica Italiana, che oggi rinnovano la loro adesione e la decisione di rispondere alla chiamata alla santità e alla corresponsabilità con i Pastori nella nuova evangelizzazione. Maria vi sostenga e vi accompagni!

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare  gli aderenti al Movimento Cristiano Lavoratori. Saluto il gruppo di preghiera dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma, nel giorno della Patrona. Desidero rivolgere l'auspicio che possano trovare soluzione i problemi che affrontano varie Istituzioni sanitarie cattoliche. Buona festa a tutti voi. Grazie!

 

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

 



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sabato 1 dicembre 2012

Antonio Simone e i lettori del Fatto | Tempi.it

Se il problema non è nel circuito mediatico-giudiziario politicizzato non avremo capito niente di tutti i problemi attuali fomentati da esso.
Bisogna ripartire dalla esperienza della persona che incontra una positività nella vita e la segue in tutta semplicità , con un vero desiderio di felicità . 


Simone: Mi maledicono, ma hanno la sfiga di non credere in Dio

Sono a casa in convalescenza. Dopo l'operazione che, come al solito, "è andata bene ma con problemi collaterali pesanti" (cinque sacche di trasfusioni di sangue), mi ritrovo debilitato e stanco con limitate escursioni fuori di casa. Ci vuole tempo, e tempo sia.

In questo obbligato riposo cazzeggiante, sono andato a cercare qualche articolo che mi riguardasse per iniziare il mio nuovo lavoro che, come avevo detto nell'intervista al Corriere della Sera, è quello di giornalista. Così mi sono imbattuto in alcuni commenti di un articolo del Fatto Quotidiano. Sulla "gazzetta delle procure", che, con il solito sistema di pubblicare tutto ciò che circola nei tribunali, fa guadagnare molti soldi ai proprietari e decide anche chi colpire o cosa tacere, trovo due commenti che mi riguardano. Li trascrivo per far capire il pensiero dei lettori di Travaglio.

«Un povero uomo allo sbando esistenziale. I suoi padrini cattolici l'hanno abbandonato, gli sono rimasti i figli nutriti con i soldi pubblici del malaffare. Questi pargoli vissuti nel privilegio senza averne titolo dovranno penare nella miseria e nella povertà per l'eternità. Dovranno maledire il padre che gli ha dato i natali. Questi personaggi devono sapere che il perdono non gli sarà concesso e nessun attenuante ascritto ai suoi eredi. Vomitevoli umani, ipocriti credenti opportunisti. Cordialmente Pasqui».

Marilena Mafioletti, in risposta a Pasqui
«Non mi pare che sia stato abbandonato, basta leggere gli articoli di Tempi (del suo amico Amicone) per capire la facciatosta di queste persone… altro che sbando esistenziale, questo omuncolo sopravviverà senza alcun rimorso, parla come un perseguitato, ha pregato Giussani chiedendogli aiuto, sepolcri imbiancati, mercanti del Tempio… Purtroppo dio non esiste e non può castigarli veramente!».

Ecco l'esempio dell'ignoranza, frutto delle scelte editoriali del giornale e del livello di fascismo/comunismo violento e castrato di alcuni lettori. Non sanno nulla di quello che dicono e, come se fossero degli affiliati al Ku Klux Klan, non vedono l'ora di bruciarmi, non disdegnando punizioni corporali anche verso i miei eredi. Ma, colmo della sfiga, non credono in Dio e la loro voglia purificatrice si scontra con il desiderio della pena eterna.

Questi cari amici sono figli della mentalità creata dai vari Travaglio. Questa violenza verbale che vorrebbe essere fisica è la produzione più avanzata del moderno fascismo/comunismo creato nel nome della trasparenza. Ovviamente, i maestri di questa nuova visione della società sono quasi tutti i giorni in televisione, su reti pubbliche e private, e appaiono come persone colte e preparate, considerate come dei veri "salvatori della patria".

Così, ormai, è spesso ridotta la vita tra astio e sete di vendetta, tra malafede e castrazione. Intanto, i maestri guadagnano milioni.


Categorie: News
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mercoledì 28 novembre 2012

è necessaria e urgente l’opera educativa delle comunità cristiane affinché solleciti tutti alla partecipazione attiva e responsabile a questi appuntamenti elettorali

Il cardinale Scola ed il consiglio diocesano ci offrono criteri per le prossime elezioni !

«Dalla politica risposte all'altezza della situazione al servizio del bene comune»

Published: novembre 27, 2012

All'avvio di una lunga campagna elettorale che culminerà con le elezioni del Consiglio Regionale Lombardo e del Parlamento della Repubblica italiana, il Consiglio Episcopale della Diocesi di Milano offre alcune indicazioni per vivere questo tempo con responsabilità.

1. Come spiega Papa Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in Veritate, «la Chiesa non pretende minimamente d'intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell'uomo, della sua dignità, della sua vocazione» (n. 9).

Di fronte alla tentazione molto diffusa del disimpegno e del disinteresse sui temi del bene comune e delle scelte che lo realizzano e governano, è necessaria e urgente l'opera educativa delle comunità cristiane affinché solleciti tutti alla partecipazione attiva e responsabile a questi appuntamenti elettorali attraverso: un'adeguata informazione su programmi e candidati, l'esercizio del proprio voto, l'impegno attivo di un numero sempre maggiore di laici cristiani nell'attività amministrativa e politica.

A nessuno deve sfuggire l'importanza dell'esercizio del diritto-dovere del voto responsabilmente espresso: con esso si concorre a determinare l'indirizzo politico del proprio Stato e della propria realtà locale. Per questo motivo il Consiglio Episcopale si augura che il confronto tra le parti sia sereno e leale, si svolga su programmi ben articolati, in modo che gli elettori siano messi nella condizione di compiere la scelta che giudicano più valida.

2. In un momento in cui il perdurare della crisi economica sta generando paure e insicurezze che rendono più fragile il legame tra i cittadini, occorre che la politica sappia elaborare risposte all'altezza della situazione, capaci non soltanto di farci uscire dal periodo di difficoltà, ma di migliorarci.

Un clima di fiducia sarà realizzabile se insieme si lavorerà per salvaguardare dall'erosione dell'individualismo le questioni etiche rilevanti, promuovendo i valori ispirati alla retta ragione e al Vangelo. Per questo i cattolici faranno riferimento ai principi irrinunciabili dell'insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia, aperta alla vita, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, sul rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale, sulla libertà religiosa, sul diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli, sulla tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù, sullo sviluppo di un'economia che sia al servizio della persona e del bene comune, sulla giustizia sociale, sul ruolo da riconoscere ai principi di solidarietà e di sussidiarietà, sulla pace come valore supremo a cui tendere.

Su ognuno di questi punti sarà importante lavorare per costruire un consenso il più possibile condiviso e diffuso. Tutti i candidati, a maggior ragione i cattolici, si impegnino per ridare fiducia al Paese e ai suoi abitanti, presentando programmi e proposte realmente tese a costruire il bene comune: non prevalga la tentazione del disfattismo. Dai cattolici in particolare ci si attende l'impegno per rafforzare la credibilità di un impegno speso al servizio della politica: siano esemplari per rigore morale, attenzione alla gente, spirito di servizio, professionalità, capacità non solo di rifiutare ogni forma di corruzione ma anche di anteporre il bene comune ai propri anche legittimi interessi di parte.

3. Per evitare strumentalizzazioni il Consiglio Episcopale ricorda a tutti le disposizioni diocesane più volte ribadite in base alle quali le parrocchie, le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, le associazioni e i movimenti ecclesiali, non devono mettere sedi e strutture a disposizione delle iniziative di singoli partiti o formazioni politiche, e invita anche i consacrati ad attenersi a tali indicazioni. Si vigili per evitare che le attività pastorali vengano strumentalizzate a fini elettorali: durante questo periodo, è prudente non programmare iniziative che coinvolgano persone candidate o già impegnate a livello politico.

Sulla base di quanto stabilito nei direttori diocesani, gli appartenenti a organismi ecclesiali, a maggior ragione se occupano cariche di rilievo, qualora intendano mettersi a disposizione del bene comune candidandosi alle elezioni sono da considerarsi sospesi dai predetti organismi e lasceranno il proprio incarico in caso di elezione avvenuta. Ogni persona che riveste e mantiene compiti o ruoli di responsabilità nelle istituzioni e negli organismi ecclesiali è invitata ad astenersi rigorosamente da ogni coinvolgimento elettorale con qualsiasi schieramento politico.

In particolare, sulla base dei criteri stabiliti nella normativa canonica e offerti nei ripetuti interventi dell'episcopato italiano, ai presbiteri è richiesta l'astensione da qualsiasi forma di propaganda elettorale e di attività nei partiti e movimenti politici. Analoghi criteri prudenziali sono offerti all'attenta valutazione di diaconi e consacrati.



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martedì 20 novembre 2012

Utili criteri per capire qualcosa nell'orientare la proposta di centrodestra in Lombardia

LOMBARDIA/ Lupi (Pdl): Maroni o Albertini? Decideranno le le primarie

LOMBARDIA/ Lupi (Pdl): Maroni o Albertini? Decideranno le le primarie
LOMBARDIA/ Lupi (Pdl): Maroni o Albertini? Decideranno le le primarie

Maurizio Lupi

lunedì 19 novembre 2012

E' opinione comune che il Pdl abbia disperatamente bisogno della Lega. Per tornare ad avere qualche chance di vittoria in Lombardia e per condizionare i lavori del prossimo Parlamento. Ma la Lega, in Regione, ha già il suo candidato, Maroni. Albertini, dal canto suo, afferma da tempo che, se dovesse partecipare a primarie di coalizione, dovrebbe farlo in quanto espressione del Pdl. A quel punto, l'ipotesi di prendere i voti della società civile risulterebbe indebolita. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi.  

L'impressione è che Alfano stia prendendo tempo, per trovare un modo elegante di incoronare Maroni candidato del centrodestra

L'unico obiettivo è quello di non ripetere l'errore fatto in Sicilia, quando l'area dei moderati, che è maggioranza, è stata divisa. In Lombardia, se il Pdl corresse con un candidato e la Lega con un altro, saremmo destinati alla sconfitta. Dovremo fare di tutto, quindi, per salvaguardare l'unità. Non vedo che convenienza potrebbe esserci nel prendere tempo per trovare il modo di candidare Maroni.

Se alla Lega voi non regalate la Lombardia, poi la Lega non sia allea con voi alle politiche

Se fosse questa la ragione, i cittadini punirebbero entrambi i partiti. Non si può scegliere un candidato in base, esclusivamente, a ragionamenti aritmetici. 

Sta di fatto che la Lega non sembra intenzionata a candidare qualcuno che non sia Maroni

Anzitutto, noi rivendichiamo con forza il fatto che alla guida della coalizione debba esserci un candidato del Pdl, senza per questo dimenticare che i successi di questi anni di governo sono anche frutto del contributo della Lega. Detto questo, continueremo a lavorare affinché si determinino le condizioni per individuare una candidatura unitaria.

Quindi?

Credo che le primarie di coalizione in cui Albertini, sostenuto dal Pdl e della società si confronti con la Lega siano la strada migliore. Del resto, è lo stato lo stesso Maroni a invocarle. 

Albertini, finora ha detto che, nell'eventualità di primarie di coalizione, non si candiderebbe

Il suo ragionamento è corretto: afferma che la somma dei due partiti non può essere ritenuta sufficiente e che occorre tornare a interloquire con la società civile. La quale sarebbe espressa da una lista civica che lo appoggerebbe. Sono convinto che tale dialogo con la società rappresenti un valore aggiunto e non vedo perché dovrebbe inficiare la possibilità di una competizione per individuare un candidato unitario. D'altro canto, a sinistra, le primarie si faranno; e vi parteciperà Ambrosoli, ritenuto proprio espressione della società civile. Non per questo, i partiti spariranno dalla scena.

Sono in molti a invocare la cosiddetta società civile proprio per archiviare i partiti



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lunedì 19 novembre 2012

Come ripartire da questa crisi globale umana e del mondo?
Bisogna recuperare ciò che è accaduto all'inizio della nostra civiltà .
È il rapporto con l'origine, il rapporto con ciò che ci ha lanciato, fatto vivere.
Con quel fatto che ci ha mosso e spalancato la ragione e la libertà , che ci ha indicato un cammino, una salvezza , una promessa.
Bisogna mendicare questo rapporto considerando quanto ne abbiamo bisogno , quanto ne siamo dipendenti!
La vera lotta possibile è contro ogni borghesismo soffocante, conformismo opprimente.
Gridare, gridare , gridare!

USA, CINA, CRISI ECONOMICA…. E GESU' REDENTORE DELL'UOMO

Mentre gli americani votavano il loro debito pubblico schizzava verso i 16,2 trilioni di dollari, che – sommato al debito degli stati e degli enti locali e all'esposizione del governo federale verso Fannie Mae e Freddie Mac – raggiunge il 140 per cento del Pil.

Se si considera che il 21 gennaio 2009, quando Obama ha assunto la presidenza, il debito era a 10,6 trilioni e che, quindi, in quattro anni lo ha aumentato di 5,4 trilioni (cioè del 50 per cento), inquietano le parole con cui egli ha inaugurato il nuovo mandato: "il meglio deve ancora venire".

In effetti dal 1° gennaio 2013 c'è il rischio Fiscal Cliff, il "burrone fiscale" e la possibilità di una recessione che darebbe la mazzata finale all'economia occidentale.

Ma i media italiani si sono entusiasmati per quella frase di Obama sul "meglio" come se prospettasse la Terra promessa.

I giornali hanno dedicato decine di pagine alle elezioni Usa, mentre è passato quasi inosservato il XVIII Congresso del Partito comunista cinese.

Si dà il caso però che proprio la Cina si annuncia come nuova superpotenza mondiale. Basti pensare che è la prima fra i detentori stranieri del debito americano (1,2 trilioni di dollari).

Significa che oggi gli americani vivono indebitandosi con la Cina e probabilmente che la Cina potrebbe terremotare l'economia americana quando vuole.

Del resto la Cina, che ha un tasso di crescita quest'anno del 7,5 per cento e detiene le maggiori riserve valutarie del mondo, pare che detenga circa il 10 per cento del debito dell'eurozona (e sia il primo detentore straniero di titoli italiani).

Quindi capire chi è il "nuovo imperatore" uscito dalle lotte di fazione del Pc cinese è importante almeno quanto le elezioni presidenziali americane: Xi Jinping governa la più grande superpotenza demografica del pianeta (1 miliardo e 300 milioni di persone), la seconda economia mondiale e una forza militare che sta al terzo posto.

Questo Congresso del Pcc si trovava davanti a un bivio. Alla sua vigilia il dissidente cinese Wei Jingsheng  sulla "Sueddeutsche Zeitung" ha descritto così la situazione:

"L'economia cinese di mercato libero-a-metà è già giunta ad uno sviluppo che non è sostenibile. O essa cambia in una piena economia di mercato o rimarrà un'economia di capitalismo di Stato. In una situazione di mercato pieno, l'economia potrebbe continuare a svilupparsi in modo tranquillo. In questo scenario, l'ulteriore liberalizzazione dell'economia porterebbe alla caduta della dittatura del partito unico".

Ma c'è un'altra via.

"L'altra opzione" spiega Wei "è di espandere la cosiddetta economia di proprietà dello Stato [il capitalismo di Stato - ndr], che è di fatto un'economia di cui è proprietario il Partito comunista. Questo secondo scenario coincide in modo esatto con quanto il regime comunista ha fatto nell'ultimo decennio. Ed esso porterà all'inevitabile declino dell'economia".

Il Partito comunista, spiega padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews "controlla il 50 per cento dell'economia e gli oligarchi del partito in pratica sono dei ricchi magnati di una mega holding. Questa holding-partito ha tutta una serie di privilegi e monopoli rispetto agli imprenditori privati. Da qui vengono caste intoccabili, enormi diseguaglianze, esplosive ingiustizie e un insopportabile livello di spreco e corruzione".

In effetti lo stesso governo ha riconosciuto che nel solo 2010 sono stati denunciati 640 mila casi di corruzione ("anche se" osserva Cervellera "sono seguiti solo 24 mila processi, senza parlare delle poche condanne").

Wei aggiunge: "Il coefficiente Gini per la Cina ha già superato il livello 0.4 di allarme internazionale per pericolosi livelli di disuguaglianze. Oltre a ciò dalla base sta crescendo e sta per scoppiare una rivoluzione".

Negli ultimi due millenni del resto in Cina i rovesciamenti dinastici sono sempre avvenuti per i gravi squilibri sociali. In effetti i segni di questa esplosione già ci sono.

"Scioperi e rivolte" dice Cervellera "sono all'ordine del giorno: se ne contano almeno 200 mila ogni anno. Per ora non hanno potuto coagularsi per la repressione poliziesca del regime, ma il malcontento dilaga, fra la gente a anche fra gli investitori".

Fatte queste premesse diventa importante capire chi ha prevalso al Congresso. Dice Cervellera: "Il numero 1 e il numero 2 che sono stati eletti, cioè Xi Jinping, nuovo segretario generale del Pcc e Li Keqiang, erano noti come riformatori, ma da quando sono stati designati hanno 'dimenticato' le idee precedenti".

Fra l'altro Cervellera definisce questi nuovi timonieri come vittime e dittatori del Partito perché la famiglia di Xi Jinping, che faceva parte della fazione del Pcc combattuta da Mao durante la "rivoluzione culturale", subì pesanti violenze e Yu Zhengsheng in quegli anni "ha visto morire sei membri della sua famiglia". Li Keqiang poi era fra gli studenti che manifestavano prima del massacro di Piazza Tien an men.

Hanno studiato all'estero e sanno benissimo cosa sarebbe necessario fare. Ma – dice Cervellera – "sono stati portati al potere dai conservatori del partito, in primis dal vecchio Jiang Zemin, e devono difendere questa oligarchia che porterà l'economia cinese al collasso. Il potere li ha omologati e cooptati e loro garantiranno gli enormi interessi di quella casta di dittatori".

Dunque non c'è da aspettarsi un'apertura? E' un sogno immaginare che nel 2013, a 1700 anni esatti dall'Editto di Costantino, possa emergere a Pechino un imperatore che dia libertà?

Cervellera ne dubita: "ci vorranno almeno dieci anni. Deve cambiare ancora una generazione per arrivare ai fisiologici 70 anni che hanno visto crollare anche l'Urss.  Nei prossimi dieci anni la Cina diventerà la prima economia mondiale, spodestando gli Stati Uniti, o esploderà in una guerra civile".

Di certo i germi della libertà già dilagano. Al punto che pure il vecchio leader Hu Jintao ha recentemente avvertito che il Partito si è allontanato dal popolo, che dilaga la corruzione e si rischia il crollo.

Alla vigilia del Congresso anche Hu Deping, il figlio del vecchio riformista Hu Yaobang, "ha chiesto che il Partito dia maggiore attenzione ai diritti umani, una maggiore liberalizzazione dell'economia per dare fiato ai privati, l'indipendenza del potere giudiziario. Non passa mese" aggiunge Cervellera "che qualche think tank del Partito non metta in guardia dall'essere sordi alle richieste della popolazione, o chieda di ridurre l'abisso fra ricchi e poveri e fare riforme politiche. Ma per tutto questo occorre ridurre gli interessi dell'oligarchia e mettere in crisi il monopolio del potere del Partito".

Proprio Asianews ha tradotto in Italia lo straordinario saggio di Liu Peng, membro dell'Accademia delle scienza sociali di Pechino.

Egli afferma che il Partito non ha più alcun credito popolare e che – per evitare l'implosione – occorrono nuovi fattori di coesione: per questo propone il riconoscimento delle libertà religiose, la liberalizzazione dell'economia e l'affrancamento dello Stato dal controllo del Partito.

Del resto la Cina, nei decenni scorsi, ha potuto conquistare enormi fette di mercato perché non aveva i costi dello stato sociale e di livelli di benessere e civiltà che ha l'Occidente.

Ma il sapere, la tecnica e la scienza che sostengono questo suo boom sono tutti occidentali. Così pure i valori della libertà e della dignità umana che non rispetta.

Dunque come può andare avanti?

Nel 2002 l'Accademia delle scienze sociali di Pechino studiò la causa di questa superiorità dell'Occidente, sul piano della civiltà, del sapere, della scienza e della tecnica.

E arrivò alla conclusione che tale causa è "la vostra religione, il cristianesimo. Questa è la ragione per cui l'Occidente è stato così potente".

Oggi l'Occidente ha rinnegato quella sorgente di civiltà e perciò declina. A Oriente come a Occidente quelle sono le radici della costruzione della civiltà.

 

Antonio Socci

da "Libero" 18 novembre 2012

Per commenti vedi Facebook: "Antonio Socci pagina ufficiale"

 

 



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venerdì 16 novembre 2012

Tutto, ogni istante per Lui

Il ciellino Negri scrive a Ferrara. L'egemonia, la fede "in faccia al mondo" e il popolo dalla vita lieta

Sabato sul Foglio è stato pubblicato un articolo di Paolo Rodari intitolato "I penitenti. Don Julián Carrón porta Comunione e liberazione nel deserto. Nella chiesa, dopo tanta politica, s'apre la stagione dello Spirito" (lo potete leggere qui), accompagnato da una "noterella sui movimenti e la loro scelta religiosa" del direttore Giuliano Ferrara. A proposito di quell'articolo (e di un altro apparso sul Corriere della Sera) su tempi.it ha già scritto il nostro Rodolfo Casadei.

MA QUALE EGEMONIA. Oggi, ancora sul Foglio, è stata pubblicata una lettera di monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, intitolata "Ma quale egemonia, Cl continuerà a vivere la fede 'in faccia al mondo'". Nella sua missiva, il vescovo contesta la lettura del direttore del Foglio secondo cui il movimento di Comunione e liberazione si stia allontanando dalla politica per immergersi nella "vita dello spirito". Scrive Negri: «Non c'è un'immagine più lontana dalla sensibilità e dalla cultura di monsignor Giussani che questa. Egli, attraverso il suo carisma, ha precisamente fatto emergere dalla grande tradizione ecclesiastica ambrosiana un avvenimento di popolo, di popolo cristiano, caratterizzato da una fede ecclesiale e dal desiderio di comunicare questa stessa fede agli uomini, dentro le vicende concrete e quotidiane della società. Questo il messaggio della sua ultima intervista al Corriere della Sera, pochi mesi prima di morire: "Vivete coraggiosamente la fede in faccia al mondo"».

IL PROTAGONISTA DELLA STORIA. Giussani, racconta Negri, non riduceva mai il cristianesimo «a uno spiritualismo individualistico, pietistico e moralista» e non lo intendeva come «un'esperienza aristocratica, intellettualistica e moralistica». Per il fondatore del movimento, invece, cita Negri, «il protagonista della storia è il popolo cristiano: quel popolo che "mangia e beve, veglia e dorme, vive e muore non più per se stesso, ma per Lui, che è morto e risorto per noi"».

GLI ESEMPI NEL MONDO. Il vescovo ci tiene anche a confutare un ulteriore passaggio del ragionamento del direttore del Foglio in merito a una nuova presunta arrendevolezza di fronte al mainstream mondano. «La storia della vita di Comunione e Liberazione è la storia di una realtà ecclesiale: con grandi e quotidiani esempi di quella che il concilio ha chiamato "la santità comune del popolo di Dio", e io ho visto e vedo tantissime testimonianze in questo senso. Ma è certamente anche la storia dei limiti e degli errori, che accompagnano inevitabilmente ogni esperienza umana».

NON CRIMINALIZZARE. Infine, conclude Negri, «nessuno ha comunque il diritto di leggere in modo esclusivamente negativo la storia di Cl. Lo dico per le centinaia e centinaia di migliaia di persone che si sono aiutate a vivere di fede, che hanno vissuto la loro testimonianza negli ambienti: la loro è stata ed è una vita buona, sacrificata e lieta». «A nessuno concedo il diritto di criminalizzare questa storia di cui mi sento orgogliosamente partecipe, oggi più che all'inizio. Con tutta la mia amicizia e con un augurio sincero che tu non cessi la tua grande battaglia per la libertà e la ragione, in questa società così triste e avvilita».


Categorie: Chiesa
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giovedì 15 novembre 2012

Udienza Generale, 14 novembre 2012, Benedetto XVI

Udienza Generale, 14 novembre 2012, Benedetto XVI

BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 14 novembre 2012

[Video]

 

L'Anno della fede. Le vie che portano alla conoscenza di Dio

Cari fratelli e sorelle,

mercoledì scorso abbiamo riflettuto sul desiderio di Dio che l'essere umano porta nel profondo di se stesso. Oggi vorrei continuare ad approfondire questo aspetto meditando brevemente con voi su alcune vie per arrivare alla conoscenza di Dio. Vorrei ricordare, però, che l'iniziativa di Dio precede sempre ogni iniziativa dell'uomo e, anche nel cammino verso di Lui, è Lui per primo che ci illumina, ci orienta e ci guida, rispettando sempre la nostra libertà. Ed è sempre Lui che ci fa entrare nella sua intimità, rivelandosi e donandoci la grazia per poter accogliere questa rivelazione nella fede. Non dimentichiamo mai l'esperienza di sant'Agostino: non siamo noi a possedere la Verità dopo averla cercata, ma è la Verità che ci cerca e ci possiede.

Tuttavia ci sono delle vie che possono aprire il cuore dell'uomo alla conoscenza di Dio, ci sono dei segni che conducono verso Dio. Certo, spesso rischiamo di essere abbagliati dai luccichii della mondanità, che ci rendono meno capaci di percorrere tali vie o di leggere tali segni. Dio, però, non si stanca di cercarci, è fedele all'uomo che ha creato e redento, rimane vicino alla nostra vita, perché ci ama. E' questa una certezza che ci deve accompagnare ogni giorno, anche se certe mentalità diffuse rendono più difficile alla Chiesa e al cristiano comunicare la gioia del Vangelo ad ogni creatura e condurre tutti all'incontro con Gesù, unico Salvatore del mondo. Questa, però, è la nostra missione, è la missione della Chiesa e ogni credente deve viverla gioiosamente, sentendola come propria, attraverso un'esistenza animata veramente dalla fede, segnata dalla carità, dal servizio a Dio e agli altri, e capace di irradiare speranza. Questa missione splende soprattutto nella santità a cui tutti siamo chiamati.

Oggi - lo sappiamo – non mancano le difficoltà e le prove per la fede, spesso poco compresa, contestata, rifiutata. San Pietro diceva ai suoi cristiani: «Siate sempre pronti a rispondere, ma con dolcezza e rispetto, a chiunque vi chiede conto della speranza che è nei vostri cuori» (1 Pt 3,15). Nel passato, in Occidente, in una società ritenuta cristiana, la fede era l'ambiente in cui si muoveva; il riferimento e l'adesione a Dio erano, per la maggioranza della gente, parte della vita quotidiana. Piuttosto era colui che non credeva a dover giustificare la propria incredulità. Nel nostro mondo, la situazione è cambiata e sempre di più il credente deve essere capace di dare ragione della sua fede. Il beato Giovanni Paolo II, nell'Enciclica Fides et ratio, sottolineava come la fede sia messa alla prova anche nell'epoca contemporanea, attraversata da forme sottili e capziose di ateismo teorico e pratico (cfr nn. 46-47). Dall'Illuminismo in poi, la critica alla religione si è intensificata; la storia è stata segnata anche dalla presenza di sistemi atei, nei quali Dio era considerato una mera proiezione dell'animo umano, un'illusione e il prodotto di una società già falsata da tante alienazioni. Il secolo scorso poi ha conosciuto un forte processo di secolarismo, all'insegna dell'autonomia assoluta dell'uomo, considerato come misura e artefice della realtà, ma impoverito del suo essere creatura «a immagine e somiglianza di Dio». Nei nostri tempi si è verificato un fenomeno particolarmente pericoloso per la fede: c'è infatti una forma di ateismo che definiamo, appunto, «pratico», nel quale non si negano le verità della fede o i riti religiosi, ma semplicemente si ritengono irrilevanti per l'esistenza quotidiana, staccati dalla vita, inutili. Spesso, allora, si crede in Dio in modo superficiale, e si vive «come se Dio non esistesse» (etsi Deus non daretur). Alla fine, però, questo modo di vivere risulta ancora più distruttivo, perché porta all'indifferenza verso la fede e verso la questione di Dio.

In realtà, l'uomo, separato da Dio, è ridotto a una sola dimensione, quella orizzontale, e proprio questo riduzionismo è una delle cause fondamentali dei totalitarismi che hanno avuto conseguenze tragiche nel secolo scorso, come pure della crisi di valori che vediamo nella realtà attuale. Oscurando il riferimento a Dio, si è oscurato anche l'orizzonte etico, per lasciare spazio al relativismo e ad una concezione ambigua della libertà, che invece di essere liberante finisce per legare l'uomo a degli idoli. Le tentazioni che Gesù ha affrontato nel deserto prima della sua missione pubblica, rappresentano bene quegli «idoli» che affascinano l'uomo, quando non va oltre se stesso. Se Dio perde la centralità, l'uomo perde il suo posto giusto, non trova più la sua collocazione nel creato, nelle relazioni con gli altri. Non è tramontato ciò che la saggezza antica evoca con il mito di Prometeo: l'uomo pensa di poter diventare egli stesso «dio», padrone della vita e della morte.

Di fronte a questo quadro, la Chiesa, fedele al mandato di Cristo, non cessa mai di affermare la verità sull'uomo e sul suo destino. Il Concilio Vaticano II afferma sinteticamente così: «La ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da Lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore» (Cost. Gaudium et spes, 19).

Quali risposte, allora è chiamata a dare la fede, con «dolcezza e rispetto», all'ateismo, allo scetticismo, all'indifferenza verso la dimensione verticale, affinché l'uomo del nostro tempo possa continuare ad interrogarsi sull'esistenza di Dio e a percorrere le vie che conducono a Lui? Vorrei accennare ad alcune vie, che derivano sia dalla riflessione naturale, sia dalla stessa forza della fede. Le vorrei molto sinteticamente riassumere in tre parole: il mondo, l'uomo, la fede.

La prima: il mondo. Sant'Agostino, che nella sua vita ha cercato lungamente la Verità ed è stato afferrato dalla Verità, ha una bellissima e celebre pagina, in cui afferma così: «Interroga la bellezza della terra, del mare, dell'aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo…, interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode. Ora queste creature così belle, ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è la bellezza in modo immutabile?» (Sermo 241, 2: PL 38, 1134). Penso che dobbiamo recuperare e far recuperare all'uomo d'oggi la capacità di contemplare la creazione, la sua bellezza, la sua struttura. Il mondo non è un magma informe, ma più lo conosciamo e più ne scopriamo i meravigliosi meccanismi, più vediamo un disegno, vediamo che c'è un'intelligenza creatrice. Albert Einstein disse che nelle leggi della natura «si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante» (Il Mondo come lo vedo io, Roma 2005). Una prima via, quindi, che conduce alla scoperta di Dio è il contemplare con occhi attenti la creazione.

La seconda parola: l'uomo. Sempre sant'Agostino, poi, ha una celebre frase in cui dice che Dio è più intimo a me di quanto lo sia io a me stesso (cfr Confessioni III, 6, 11). Da qui egli formula l'invito: «Non andare fuori di te, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità» (De vera religione, 39, 72). Questo è un altro aspetto che noi rischiamo di smarrire nel mondo rumoroso e dispersivo in cui viviamo: la capacità di fermarci e di guardare in profondità in noi stessi e leggere quella sete di infinito che portiamo dentro, che ci spinge ad andare oltre e rinvia a Qualcuno che la possa colmare. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma così: «Con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua aspirazione all'infinito e alla felicità, l'uomo si interroga sull'esistenza di Dio» (n. 33).

La terza parola: la fede. Soprattutto nella realtà del nostro tempo, non dobbiamo dimenticare che una via che conduce alla conoscenza e all'incontro con Dio è la vita della fede. Chi crede è unito a Dio, è aperto alla sua grazia, alla forza della carità. Così la sua esistenza diventa testimonianza non di se stesso, ma del Risorto, e la sua fede non ha timore di mostrarsi nella vita quotidiana, è aperta al dialogo che esprime profonda amicizia per il cammino di ogni uomo, e sa aprire luci di speranza al bisogno di riscatto, di felicità, di futuro. La fede, infatti, è incontro con Dio che parla e opera nella storia e che converte la nostra vita quotidiana, trasformando in noi mentalità, giudizi di valore, scelte e azioni concrete. Non è illusione, fuga dalla realtà, comodo rifugio, sentimentalismo, ma è coinvolgimento di tutta la vita ed è annuncio del Vangelo, Buona Notizia capace di liberare tutto l'uomo. Un cristiano, una comunità che siano operosi e fedeli al progetto di Dio che ci ha amati per primo, costituiscono una via privilegiata per quanti sono nell'indifferenza o nel dubbio circa la sua esistenza e la sua azione. Questo, però, chiede a ciascuno di rendere sempre più trasparente la propria testimonianza di fede, purificando la propria vita perché sia conforme a Cristo. Oggi molti hanno una concezione limitata della fede cristiana, perché la identificano con un mero sistema di credenze e di valori e non tanto con la verità di un Dio rivelatosi nella storia, desideroso di comunicare con l'uomo a tu per tu, in un rapporto d'amore con lui. In realtà, a fondamento di ogni dottrina o valore c'è l'evento dell'incontro tra l'uomo e Dio in Cristo Gesù. Il Cristianesimo, prima che una morale o un'etica, è avvenimento dell'amore, è l'accogliere la persona di Gesù. Per questo, il cristiano e le comunità cristiane devono anzitutto guardare e far guardare a Cristo, vera Via che conduce a Dio.


Saluti:

Je salue tous les francophones présents venus du Canada et de France, spécialement les collégiens de Fénelon-Sainte-Marie ! Puissiez-vous annoncer avec joie l'Évangile par le témoignage courageux de votre foi, par une vie conforme au Christ, et par la force de votre charité. Je vous invite à vivre chaque jour dans la sainteté pour irradier sur notre monde la lumière de l'espérance.
Bon pèlerinage !

I greet the participants in the Conference of the Pontifical Council for Health Care Workers. I also greet the El Shaddai European Convention. I welcome the Westminster Cathedral Choir and I thank them, and the other choirs present, for their praise of God in song. Upon all the English-speaking pilgrims present at today's Audience, including those from England, Denmark, Gibraltar, South Africa, Hong Kong, Japan and the United States, I cordially invoke God's abundant blessings.

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Gott ist keine Illusion, sondern höchste Wahrheit und Antwort auf die Suche unserer Vernunft und unseres Herzens. Der Herr selbst kommt uns bei unserem Suchen entgegen. Öffnen wir uns seiner Wahrheit und seiner Liebe. Maria, die Mutter der Glaubenden, möge uns dabei begleiten! Danke.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la parroquia de san Francisco Javier, de Formentera, así como a los demás grupos provenientes de España, México, Venezuela, Chile y otros países latinoamericanos. Que el impulso de la fe os lleve a mirar y a hacer mirar a Cristo, verdadera vía que conduce a Dios. Muchas gracias.

Queridos peregrinos vindos de diversas cidades do Brasil e todos os presentes de língua portuguesa: sede bem-vindos! Neste Ano da Fé, procurai conhecer mais a Cristo, único caminho verdadeiro que conduz a Deus, para poder depois transmitir aos demais a alegria desse encontro transformador. Possa Ele iluminar e abençoar as vossas vidas! Obrigado pela visita!

Saluto in lingua araba:

الْبَابَا يَصْلِي مِنْ أَجَلْ جَمِيعَ النَّاطِقَيْنِ بِاللُّغَةِ الْعَرَبِيَّةِ... لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ

Traduzione italiana:

Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.

Saluto in lingua polacca:

Witam przybyłych na audiencję Polaków. Bracia i siostry, myśląc dzisiaj o drogach wiodących do poznania Boga, dzielmy się z wszystkimi radością wiary, że Bóg stworzył wszechświat, człowieka, uczynił nas swoimi dziećmi. Niech nasza wiara, modlitwa, świadectwo życia będą hołdem uwielbienia Boga, naszego Ojca, który przemienia nasz sposób myślenia, hierarchię wartości, wybory i konkretne działania. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana:

Saluto i Polacchi venuti a quest'udienza. Fratelli e sorelle, pensando oggi alle vie che ci portano alla conoscenza di Dio, condividiamo con tutti la gioia della fede, perché è stato Dio a creare il cosmo, l'uomo, e a renderci suoi figli. Siano la nostra fede, la nostra preghiera e la nostra testimonianza di vita, un rendimento di lode a Dio, nostro Padre che trasforma il nostro modo di pensare, i giudizi di valore, le scelte e le azioni concrete. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua russa:

Сердечно приветствую паломников из России, особенно группу катехизаторов из Епархии Святого Иосифа в Иркутске во главе с Епископом Монсеньором Кириллом Климовичем.
Да благословит Господь ваше паломничество и да сопутствует вам молитва святых Апостолов и мучеников Вечного Города!
Слава Иисусу Христу!

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Russia, in particolare il gruppo di catechisti dalla Diocesi di San Giuseppe a Irkutsk con il Vescovo Mons. Сyryl Klimowicz.
Il Signore benedica il vostro pellegrinaggio e vi accompagni la preghiera dei Santi Apostoli e dei Martiri della Città Eterna.
Sia lodato Gesù Cristo!

* * *

Rivolgo un affettuoso benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai gruppi parrocchiali, alle associazioni e agli studenti. Saluto i partecipanti al Forum organizzato da Caritas Internationalis e i missionari, sacerdoti e laici, che prendono parte al corso organizzato dalla Pontificia Università Salesiana: la visita alla Sede di Pietro favorisca in tutti il rinnovamento spirituale e l'impegno nell'evangelizzazione.

Un pensiero infine per i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Domani celebreremo la memoria di Sant'Alberto Magno, patrono dei cultori delle scienze naturali. Cari giovani, sappiate conciliare lo studio rigoroso con le esigenze della fede; cari ammalati, confidate nell'aiuto della medicina, ma in misura ancora maggiore nella misericordia di Dio; e voi, cari sposi novelli, con l'amore e la stima reciproca testimoniate la bellezza del Sacramento ricevuto.

 

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sabato 3 novembre 2012

Fondi per i malati di Sla, Saviano non la racconta giusta | Tempi.it

Tagli ai fondi per i malati di Sla. Saviano s'indigna a parole, la Lombardia risponde coi fatti

Non sia mai che l'Epresso parli bene della Lombardia. Nemmeno se la Regione più efficiente d'Italia aderisce (da tempo e nei fatti) all'appello (a parole ma senza fatti) dell'antitaliano per (sua) definizione Roberto Saviano perché il governo non chiuda i rubinetti dei fondi ai malati gravi o gravissimi, tra cui quelli colpiti da Sla (Sclerosi laterale amiotrofica). Lo scrittore napoletano, infatti, pur pronunciandosi nella sua rubrica sul settimanale – e di questo gli va dato merito – sul dovere dello Stato, «oggi e sempre, di tutelare e rendere dignitose» le vite di chi è colpito da queste dure malattie, preferisce non citare il caso dell'amministrazione regionale che più di tutte, da cinque anni a questa parte, di queste vite si occupa in concreto, stanziando soldi e offrendo servizi (gratis per di più).

UN APPELLO CHE NON CADE NEL VUOTO. Per fortuna già c'è chi è sensibile, e pronto a rispondere, da tempo, alle esigenze dei malati di Sla. Come ricordato pochi giorni fa dal governatore uscente della Lombardia, Roberto Formigoni, al terzo convegno di Arisla, l'Agenzia di ricerca per la Sclerosi laterale amiotrofica, tre sono i principali interventi che la Regione ha realizzato dal 2007 a favore dei malati di Sla: un contributo economico mensile alle famiglie di 500 euro, esteso fino a 2.500 a seconda della gravità dei casi; il ricovero di sollievo gratuito fino a 90 giorni presso strutture accreditate da Regione Lombardia (Rsa e Rsd); il contributo alla nascita e allo sviluppo del Centro clinico Nemo presso Niguarda (ed è di pochi mesi fa l'inaugurazione dell'ampliamento di circa 1.000 metri quadrati). Formigoni ha anche ricordato come questo sia «un settore in cui, a dispetto dei continui tagli delle risorse da parte del Governo nazionale, la produzione scientifica italiana è risultata al settimo posto mondiale e al quarto posto europeo (dati 2010)». «Stiamo cercando di far capire al Governo – ha aggiunto Formigoni – che non si possono dare gli stessi servizi con questi continui tagli. Bisogna rendersi conto che di solo rigore si può morire. Le continue e pesanti riduzioni di bilancio possono mettere in grande difficoltà anche la Lombardia, unica grande Regione in pareggio di bilancio da molti anni e con servizi sanitari di assoluta eccellenza».

@rigaz1
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mercoledì 31 ottobre 2012

Sforzatevi di entrare nella porta stretta .la realtà diventa trasparente attraverso l'esperienza. Fare esperienza è entrare nella realtà della conoscenza vera di Dio


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domenica 28 ottobre 2012

Angelus, 28 ottobre 2012, Benedetto XVI

Angelus, 28 ottobre 2012, Benedetto XVI

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 28 ottobre 2012

[Video]

 

Cari fratelli e sorelle!

Con la Santa Messa celebrata stamani nella Basilica di San Pietro, si è conclusa la XIII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Per tre settimane ci siamo confrontati sulla realtà della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana: tutta la Chiesa era rappresentata e, dunque, coinvolta in questo impegno, che non mancherà di dare i suoi frutti, con la grazia del Signore. Prima di tutto però il Sinodo è sempre un momento di forte comunione ecclesiale, e per questo desidero insieme con tutti voi ringraziare Dio, che ancora una volta ci ha fatto sperimentare la bellezza di essere Chiesa, e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com'è, in mezzo a questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze.

Molto significativa è stata la coincidenza di questa Assemblea sinodale con il 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, e quindi con l'inizio dell'Anno della fede. Ripensare al Beato Giovanni XXIII, al Servo di Dio Paolo VI, alla stagione conciliare, è stato quanto mai favorevole, perché ci ha aiutato a riconoscere che la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni '50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, «terra di missione». Così è emersa l'esigenza di un annuncio rinnovato del Vangelo nelle società secolarizzate, nella duplice certezza che, da una parte, è solo Lui, Gesù Cristo, la vera novità che risponde alle attese dell'uomo di ogni epoca, e dall'altra, che il suo messaggio chiede di essere trasmesso in modo adeguato nei mutati contesti sociali e culturali.

Che cosa possiamo dire al termine di queste intense giornate di lavoro? Da parte mia, ho ascoltato e raccolto molti spunti di riflessione e molte proposte, che, con l'aiuto della Segreteria del Sinodo e dei miei Collaboratori, cercherò di ordinare ed elaborare, per offrire a tutta la Chiesa una sintesi organica e indicazioni coerenti. Fin da ora possiamo dire che da questo Sinodo esce rafforzato l'impegno per il rinnovamento spirituale della Chiesa stessa, per poter rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato; e questo rinnovamento verrà dalla riscoperta di Gesù Cristo, della sua verità e della sua grazia, del suo «volto», così umano e insieme così divino, sul quale risplende il mistero trascendente di Dio.

Affidiamo alla Vergine Maria i frutti del lavoro dell'Assise sinodale appena conclusa. Lei, Stella della nuova evangelizzazione, ci insegni e ci aiuti a portare a tutti Cristo, con coraggio e con gioia.


APPELLO

Comincio con un appello.

Nei giorni scorsi un devastante uragano, che si è abbattuto con particolare violenza su Cuba, Haiti, la Giamaica e le Bahamas, ha causato vari morti e ingenti danni, costringendo numerose persone a lasciare le proprie case. Desidero assicurare la mia vicinanza e il mio ricordo a coloro che sono stati colpiti da questo disastro naturale, mentre invito tutti alla preghiera e alla solidarietà, per alleviare il dolore dei familiari delle vittime e offrire aiuto alle migliaia di danneggiati.


Dopo l'Angelus

Chers pèlerins francophones, alors que s'achèvent les travaux du Synode pour la nouvelle évangélisation, la parole du Christ nous invite à la confiance et à l'acte de foi en Lui. Celui qui croit ne peut garder pour lui la Bonne Nouvelle du salut. Le Seigneur a confié à tous ses disciples la responsabilité d'annoncer l'Évangile parmi tous les peuples. Puisse l'Esprit Saint rendre votre témoignage lumineux afin que beaucoup découvrent et suivent le Christ, Rédempteur de l'homme. Que la Vierge Marie, Mère de l'Église, vous accompagne sur les chemins qui conduisent vers son Fils !

I greet all the English-speaking visitors present for this Angelus prayer. In today's Gospel, Jesus grants sight to the blind man with the words: "Your faith has saved you". As we mark the end of the Synod on the new evangelization, let us renew both our faith in Christ and our commitment to the spread of his Gospel of healing and joy. God bless you and your families!

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gäste aus den Ländern deutscher Sprache. Mit der heutigen Meßfeier in der Petersbasilika habe ich zusammen mit den Synodenvätern und vielen Gläubigen die XIII. Ordentliche Generalversammlung der Bischofssynode zur „Neuen Evangelisierung und Weitergabe des christlichen Glaubens" beendet. Wir haben voller Freude im Hallelujavers gesungen: „Unser Retter Jesus Christus hat dem Tod die Macht genommen und uns das Lebens gebracht durch das Evangelium." Liebe Brüder und Schwestern! In der Gewißheit, daß der Herr lebt und uns nahe ist, wollen wir unseren Glauben freudig, mit Mut und mit Begeisterung in die Welt hinaus tragen! Gott segne euch alle.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, en particular a los miembros de la Hermandad del Señor de los Milagros de Roma. Al concluir la Asamblea General ordinaria del Sínodo de los Obispos, dedicada al tema de la nueva evangelización, invito a todos a intensificar la oración para que este evento eclesial produzca abundantes frutos en la vida de la Iglesia. Encomiendo este deseo a la amorosa intercesión de María Santísima, y reitero mi exhortación a dirigirse a Ella cada día con el rezo del Santo Rosario, confiándole todas nuestras dificultades, retos y alegrías, para que los presente a su Hijo Jesucristo, luz del mundo y esperanza del hombre. Feliz Domingo.

Dirijo agora uma calorosa saudação aos peregrinos de língua portuguesa, e de modo especial ao grupo vindo do Brasil - das dioceses de Guaxupé, São João da Boa Vista e Jundiaí. Ao concluir a Sínodo sobre a Nova Evangelização, confio à Virgem Santíssima os seus frutos e peço-Lhe que guie e proteja maternalmente os vossos passos ao serviço do anúncio e testemunho da Boa Nova de Jesus Cristo! A minha Bênção desça sobre vós, vossas famílias e comunidades cristãs.

Lepo pozdravljam vernike iz Idrije v Sloveniji! V tem letu vere naj vas romanje na grobove apostolov Petra in Pavla utrdi v vaši osebni veri, da boste doma in v družbi pričevali za Kristusa ter še bolj zavzeto sodelovali v župnijskem življenju. Naj vas spremlja moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli provenienti da Idrija in Slovenia! In questo Anno della fede, il pellegrinaggio alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo vi rafforzi nella vostra fede personale affinché testimoniate Cristo, sia in famiglia sia nella società e, con zelo sempre maggiore, continuiate il vostro impegno nella vita della Parrocchia. Vi accompagni la mia benedizione!]

Bracia i Siostry, dzisiaj rano zakończył się Synod Biskupów. Przypomniał on, że nowa ewangelizacja jest zadaniem nas wszystkich, domaga się od nas wzrostu w gorliwości, odrodzenia życia sakramentalnego, powrotu do praktyk religijnych ze strony tych, którzy oddalili  się od Kościoła, głoszenia orędzia Chrystusa wszystkim, którzy Go jeszcze nie znają. Niech Boży Duch ożywi nasze serca mocą wiary, obudzi potrzebę trwania w bliskości z Bogiem. Na realizację tych ważnych zadań z serca wam błogosławię.

[Fratelli e sorelle, si è concluso stamani il Sinodo dei Vescovi. Esso ha ricordato che la nuova evangelizzazione è compito di ognuno di noi, esige da noi l'intensificazione nello zelo, la rinascita della vita sacramentale, il ritorno alle pratiche di pietà da parte di coloro che si sono allontanati dalla Chiesa, l'annunzio del messaggio di Cristo a tutti coloro che non lo conoscono. Lo Spirito di Dio ravvivi il nostri cuori con la forza della fede, desti il bisogno di rimanere nella vicinanza con Dio. Per la realizzazione di questi importanti impegni vi benedico di cuore.]

E infine rivolgo un saluto cordiale a tutti i pellegrini di lingua italiana, in modo particolare ai gruppi parrocchiali, alle famiglie, ai giovani. Assicuro un ricordo nella preghiera per le popolazioni della Basilicata e della Calabria che hanno subito un terremoto nei giorni scorsi. A tutti auguro una buona domenica e anche una buona festa di Tutti i Santi. Buona domenica. Grazie!

 

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sabato 20 ottobre 2012

Smettiamo di leggere gente come Saviano, Eco, Camilleri | Tempi.it

Perché (per ora) smettiamo di leggere gente come Saviano, Eco, Camilleri

Dice Milena Gabanelli al Corriere della Sera che «il nazismo è cominciato così». È vero. Ha ragione. Però non è cominciato, il nazismo, con un mancato emendamento al ddl anticorruzione che avrebbe dovuto coprire la libertà di diffamare senza pagare dazio, come vorrebbe la Gabanelli e lo showbiz dei puri e dell'anticorruzione. È cominciato, il nazismo, con l'informazione di Joseph Goebbels (Ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945) che si diede l'obiettivo e la libertà di diffamare e di perseguitare chiunque si opponesse al governo "dei puri e dell'anticorruzione".

Ora, siccome all'epoca del nazismo in Germania c'è un certa comunità di individui, gli ebrei, che si distinguono per originalità culturale, intraprendenza, efficienza, laboriosità, fare politico e qualità professionali eccellenti in ogni ambito della società, ecco che, secondo l'informazione "dei puri e dell'anticorruzione", gli ebrei devono essere raccontati nei giornali come dei corrotti e caricaturati nelle vignette dei videogiornali, come esseri dai volti deformi e ghignanti (ricorda qualcosa?). A questi esseri non si deve portare altro che sberleffo e disprezzo. Meritano odio e liquidazione.

Il mite nazismo italiano è cominciato così. Non come dice Milena Gabanelli con un mancato emendamento a un ddl anticorruzione in Senato. È cominciato, per parafrasare l'osservazione di Finkielkraut sull'incapacità dell'ideologia a pensare oltre lo schema binario dell'alternativa unica, col circuito mediatico-giudiziario che ripete ossessivamente solo due parole: "corruzione" (i politici, tutti i politici); la "vittime" (i cittadini, tutti i cittadini).

Finkielkraut dice che «la tendenza spontanea dell'ideologia è di dividere gli esseri umani in due categorie: da un lato coloro che agiscono, responsabili dei loro atti e quindi accusabili; dall'altro coloro che reagiscono, la causa dei loro atti rimane esterna a loro stessi e quindi sono innocenti. Essi godono dell'immunità del prefisso "re". Essi re-agiscono e re-sistono». Anzi. «Resistono, resistono, resistono» (F.S. Borrelli, capo procuratore di Mani Pulite).

Come fa dunque a vincere l'informazione "dei puri e dell'anticorruzione" e ad arrivare l'epoca che l'ebrea Hannah Arendt chiama "l'epoca della banalità del male"? Vince e arriva col funzionario che obbedisce solo alle leggi di uno Stato. Con magistrati che interpretano la legalità come una "lotta" contro i corrotti. Con i giornalisti che sanno contare solo fino a due.

Vince grazie al crollo di una Repubblica (Weimar, 1919-1933), avvenuto sotto il peso di una grande crisi economica e a causa di una grande debolezza della politica. Vince e arriva, infine, grazie all'allineamento degli intellettuali (di destra e di sinistra) alla propaganda "dei puri e dell'anticorruzione". Scrisse la sopravvissuta al nazismo: «Tra gli intellettuali l'allineamento – Gleichshaltung – era la regola. E non l'ho dimenticato». E così anche noi, per adesso, smettiamo di leggere intellettuali come Saviano, Eco, Camilleri… Così, tanto per cercare di collaborare a non perdere, un giorno, la libertà di dimenticarli.


Categorie: Cultura
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martedì 9 ottobre 2012

Fwd: Lo Straniero - Il blog di Antonio Socci



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Inizio messaggio inoltrato:

Da: lo Straniero <antonio.socci.web@gmail.com>
Data: 08 ottobre 2012 09:09:03 CEST
A: mpoloni@yahoo.com
Oggetto: Lo Straniero - Il blog di Antonio Socci

lo Straniero

Lo Straniero - Il blog di Antonio Socci


IL GIARDINO DELLA GIOVINEZZA CHE IL MONDO NON CONOSCE

Posted: 06 Oct 2012 11:59 PM PDT

Ricordate quel milione di giovani, per l'anno santo del 2000, a Roma, attorno a papa Wojtyla? Cantavano "Jesus Christ, you are my life". I giornali laici li sbeffeggiarono dicendo che in realtà quella era una fede di facciata, superficiale.

Era vero? Che ne è di loro?

Chiara Corbella è la risposta. La sua storia sta commuovendo il mondo. Chiara è una bella ragazza nata a Roma nel 1984. La sua famiglia, credente, frequenta il "Rinnovamento carismatico cattolico" in cui anche lei è cresciuta.

A 18 anni, nel 2002, durante un pellegrinaggio a Medjugorje, conosce Enrico, si innamora e dopo pochi mesi sono fidanzati.

E' un rapporto vivace e turbolento, fatto pure di rotture, stando al suo racconto. La vicinanza dei frati francescani aiuta i due giovani a fare le scelte decisive.

Si sposano il 21 settembre 2008 ad Assisi. Presto Chiara si trova incinta. Ma qui accade il primo dramma. Maria, la bambina che porta in grembo, ha una grave malformazione per la quale non potrà vivere al di là della nascita.

Chiara ed Enrico decidono egualmente di accoglierla, anzi con un amore più grande, sebbene molti si stupissero e suggerissero un aborto terapeutico.

La bambina nasce, ma muore dopo trenta minuti. Quel giorno Chiara disse ai suoi che non importava la durata di una vita: per lei quella mezz'ora con sua figlia era stata uno dei doni più preziosi della sua esistenza.

"Ho pensato alla Madonna" ricorda Chiara "anche a lei il Signore aveva donato un Figlio che non era per lei, che sarebbe morto e lei avrebbe dovuto vederlo morire sotto la croce. Questa cosa mi ha fatto riflettere sul fatto che forse non potevo pretendere di capire tutto e subito e forse il Signore aveva un progetto che io non riuscivo a comprendere".

Presto arriva una seconda gravidanza. Incredibilmente anche stavolta si annunciano malformazioni gravi e i due giovani si preparano egualmente ad accogliere Davide come il loro bimbo amato.

Poi si scopre che anche lui non avrebbe potuto sopravvivere dopo la nascita.

Più avanti, nel gennaio 2011, Chiara, in un incontro pubblico dirà: "Il Signore ha voluto donarci dei figli speciali, Maria e Davide, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita. Ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e gioia sconvolgenti".

Quel giorno aggiunse una cosa che sconvolse tutti, una nuova gravidanza e una diagnosi di tumore per lei:

"Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui, nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa che cerca di metterci paura del futuro. Ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi".

Il piccolo Francesco è nato sano nel maggio del 2011. Chiara – per non perdere il figlio – ha deciso di non curarsi come il carcinoma richiedeva. Solo dopo il parto ha affrontato l'operazione e le dolorose chemioterapie, nella speranza di essere ancora in tempo.

Invece il mercoledì santo di quest'anno ha saputo dai medici che il tumore aveva vinto e lei era in pratica una malata terminale. Chiara è morta a 28 anni il 13 giugno di quest'anno. In una lettera al suo piccolo Francesco ha scritto: "Vado in cielo ad occuparmi di Maria e Davide e tu rimani con il papà. Io da lì prego per voi".

Poco prima della "nascita al cielo" Chiara ha ringraziato: "Vi voglio bene! A tutti!".

Il funerale non è stato un funerale. C'erano più di mille persone. C'era la foto del bel volto di Chiara la quale ha voluto che a ciascuno fosse dato il segno di una vita che comincia: infatti tutti hanno avuto un vasetto con una pianticina.

Il cardinale Vallini, Vicario del Papa, ha detto: "abbiamo una nuova Gianna Beretta Molla".

Si riferiva alla giovane dottoressa morta nel 1962 e canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II. Anche lei, incinta, avendo scoperto un tumore all'utero, rifiutò le cure che avrebbero fatto male al bambino che portava in grembo e dopo il parto morì.

Un paragone impressionante. Chiara è proprio una ragazza dei nostri giorni. Su Youtube c'è un filmato di venti minuti dove, col suo simpatico accento romano, racconta l'inizio della sua vicenda.

A un certo punto dice: "Il Signore mette la verità dentro ognuno di noi, non c'è possibilità di fraintendere".

Il marito Enrico, richiesto di spiegare oggi queste parole di Chiara, ha detto:

"Quella frase si riferisce al fatto che il mondo di oggi, secondo noi, ti propone delle scelte sbagliate di fronte all'aborto, di fronte a un bimbo malato, di fronte a un anziano terminale, magari con l'eutanasia…

Il Signore risponde con questa nostra storia che un po' si è scritta da sola: noi siamo stati un po' spettatori di noi stessi, in questi anni. Risponde a tante domande che sono di una profondità incredibile.

Il Signore, però, risponde sempre molto chiaramente: siamo noi che amiamo filosofeggiare sulla vita, su chi l'ha creata, e quindi alla fine ci confondiamo da soli volendo diventare un po' padroni della vita e cercando di sfuggire dalla Croce che il Signore ci dona. In realtà" ha continuato Enrico "questa Croce, se la vivi con Cristo, non è brutta come sembra.

Se ti fidi di Lui, scopri che in questo fuoco, in questa Croce non bruci e che nel dolore c'è la pace e nella morte c'è la gioia".

Poi ha detto:

"Quando vedevo Chiara che stava per morire, ero ovviamente molto scosso. Quindi ho preso coraggio e poche ore prima gliel'ho chiesto.

Le ho detto: 'Chiara, amore mio, ma questa croce è veramente dolce come dice il Signore?'. Lei mi ha guardato, mi ha sorriso e con un filo di voce mi ha detto: 'Sì, Enrico, è molto dolce'. Così, tutta la famiglia, noi non abbiamo visto morire Chiara serena: l'abbiamo visto morire felice, che è tutta un'altra cosa".

Il padre di Chiara, Roberto, imprenditore, che aveva un incarico in Confindustria, quando ha saputo che le chemio per la figlia non avevano dato risultato positivo, ha scritto una lettera con la quale annunciava di ritirarsi da quell'incarico per stare più vicino alla famiglia "ma anche per fare una scelta di vita: aiutare il prossimo".

In una toccante testimonianza a TV2000 (anch'essa reperibile su Youtube) ha raccontato che, paradossalmente, quando, a Pasqua, hanno saputo che non c'era più niente da fare è iniziato "un periodo splendido per la nostra famiglia… abbiamo vissuto insieme come mai… tutti uniti per cercare salvezza di Chiara… che stando alle sue parole è avvenuto in maniera diversa".

Il signor Roberto ha sussurrato: "ho imparato da mia figlia che non conta la durata di una vita, ma come la viviamo. Ho capito da lei in un anno più di quanto avevo capito nella mia intera esistenza e non posso sprecare questo insegnamento".

Poi ha ricordato che Chiara, vivendo "vicissitudini che avrebbero messe al tappeto chiunque, non ha subito, ma ha accettato. Lei si fidava totalmente. Era certa che se il Signore le dava da vivere una cosa voleva dire che era la cosa giusta".

Chiara suonava il violino e amava ripetere: "siamo nati e non moriremo mai più".

C'è un giardino nel mondo dove fioriscono queste meraviglie. Dove accadono cose stupende, inimmaginabili altrove. E' la Chiesa di Dio. Nessuno dei potenti e dei sapienti lo conosce.

Per loro e per i loro giornali la Chiesa è tutt'altro. I giornali strapazzano il Vaticano e Benedetto XVI per Vatileaks. I riflettori dei media sono tutti per i Mancuso, i don Gallo, gli Enzo Bianchi. O per ecclesiastici da loro ritenuti "moderni".

Ma nel luminoso giardino di Dio, che Benedetto XVI ama e irriga, fioriscono silenziosamente giovani come Chiara. Non solo nelle terre dove il nome cristiano è bandito come il Pakistan, la Cina, Cuba o l'Arabia Saudita. Ma anche tra noi.

In quel giardino Gesù passa davvero, affascina e chiama anche questa generazione e noi vediamo i figli diventare gli amici del Salvatore del mondo. Sono invisibili ai media, ma grandi agli occhi di Dio.

 

Antonio Socci

Da "Libero", 7 ottobre 2012

Per parlarne vedi Facebook: "Antonio Socci pagina ufficiale"