domenica 17 novembre 2013

Forza Italia, Berlusconi. Chi è lealista e chi traditore? | Tempi.it


Chi è il lealista e chi il traditore? Diabolico dilemma chestertoniano

PDL - Giovane ItaliaMio caro Malacoda, si fa presto a dire "traditore!". E per noi amanti del caos, della divisione, della distruzione questo uso iperbolico e sproporzionato delle parole è un bene. Il tradimento ha a che fare con l'amore, con la lealtà verso la patria, con la fiducia accordata. Si consuma nel nascondimento, nel tramare nel buio, nell'accordo sotterraneo con il nemico. Non dovrebbe essere una categoria applicata al pubblico dibattito sulla linea politica di un partito. Ma tant'è…

Resta comunque un dilemma se chi cerca di salvare una situazione sia un traditore o un eroe. O, viceversa, se chi si batte per un ideale sia un eroe o non piuttosto un traditore. Chesterton si occupò del tema in un racconto di padre Brown, All'insegna della spada spezzata. «Dove un uomo saggio potrebbe nascondere una foglia?» domanda il prete di fronte alla tomba del generale inglese Arthur St. Clare. «Nella foresta» risponde l'ex ladro Flambeau. Il generale è morto impiccato, con la propria spada spezzata appesa al collo, giustiziato dal generale brasiliano Olivier, che ha catturato St. Clare dopo una battaglia eroica ma insensata, temeraria, un attacco di un manipolo di soldati contro le truppe brasileire soverchianti per numero e armamento.

Qualcosa non torna nella storia: St. Clare era persona equilibrata, la decisione folle dell'attacco non si spiega. Olivier era condottiero che risparmiava i prigionieri, non li impiccava. In realtà, dice padre Brown, St. Clare era un traditore. Scoperto, aveva ucciso lo smascheratore con un fendente, spezzando la spada e lasciandogli la punta nel cadavere. Per nascondere il morto ne aveva fatti altri (il saggio nasconde una foglia nella foresta), lasciando massacrare i suoi uomini in una battaglia senza speranza. Finì prigioniero e fu liberato, ma un superstite scoprì il tradimento e impiccò il generale fedifrago.

fittoPadre Brown scopre il tutto, ma lo tiene nascosto. St, Clare, il morto impiccato, resta un eroe. Olivier, il vincitore generoso, viene condannato all'ignominia. Risolto l'enigma, padre Brown lo raddoppia, non svela ciò che ha scoperto. Tace. E il dubbio che il traditore che passa per un eroe sia veramente un eroe risorge. Il presunto santo diventato un diavolo potrebbe tornare a circondarsi dell'aureola. Il giusto si è rivelato un assassino ma forse solo per un attimo. Per qualche enigmatico motivo padre Brown decide che la giustizia che ha scoperto deve rimanere segreta. Forse vuole continuare in un gioco di specchi che ci toglie ogni certezza, forse ha una ragione superiore per rinunciare a scagliare contro St. Clare l'accusa di traditore.

Caro nipote, ti ho rinfrescato la memoria di questa breve storia per un motivo molto semplice, un consiglio vecchio come il mondo: prudenza. Non è tutto tradimento quel che appare tale, non è tutto lealismo quello che si sbandiera. Già Paolo di Tarso metteva sull'avviso: guardatevi da coloro "quorum deum venter est", quelli, si potrebbe liberamente tradurre, che ragionano con la pancia. In politica è più che un peccato (la qual cosa non potrebbe che farci piacere), è un errore.

Ben venga, dici tu, di rovina in rovina. Hai ragione. Solo che ci sono situazioni in cui mi scoccia fare la figura del fesso.

Tuo affezionatissimo zio Berlicche