venerdì 5 aprile 2013

 «Veniamo anche noi con te»

un ritorno alla normalità ma con dentro il cuore una nostalgia di Lui.
Rimanere insieme oramai.. per sempre.
Troppo bella la storia con Lui, ma ora dove è? Dove sei?
Il capo Pietro, così investito di autorità da Lui, ma senza Lui ora cosa è?
troppo bello è stato stare con Lui, passare la storia con Lui ma alla fine se ne è andato, alla fine non abbiamo ben capito..
Tuttavia vogliamo stare con il capo anche se lui non c'è. Troppo bello è stato.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». 

Ma riaccade, all'alba forse, ma riaccade, i segni di riportarci a cenare con lui anzi una cena che inizi   e non tramonterà più per tutto il giorno che viene perché i pesci saranno tanti e saranno per una festa continua.
strano, una cena iniziata la mattina..

«Portate un po’ del pesce che avete preso ora»

ci dà il gustodi pensare che il lavoro ed il risultato dipenda noi, ma non è così. Collaborare significa dentro una volontà Sua

L'Osservatore Romano, La pace non ha prezzo

Una spiegazione semplice, per tutti, su cosa sia il nesso che va dallo stupore alla pace..!!

La pace non ha prezzo

Messa del Pontefice a Santa Marta

La pace non si compra nè si vende: è un dono di Dio. E lo dobbiamo chiedere. Lo ha ricordato  Papa Francesco giovedì mattina, 4 aprile, parlando  dello "stupore" manifestato dai discepoli di Emmaus davanti ai miracoli di Gesù. L'occasione è stata il commento del brano evangelico di Luca (24, 35-48), proclamato nella liturgia della consueta messa mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, alla presenza di dipendenti vaticani, questa mattina una cinquantina di responsabili e operatori della Tipografia Vaticana.

«I discepoli che sono stati testimoni della guarigione dello storpio e adesso vedono Gesù — ha detto il Pontefice — sono un po' fuori di sé, ma non per una malattia mentale: fuori di sé per lo stupore». Ma cos'è questo stupore? «È qualcosa — ha detto il Santo Padre — che fa sì che siamo un po' fuori di noi, per la gioia: questo è grande, è molto grande. Non è un mero entusiasmo: anche i tifosi nello stadio sono entusiasti quando vince la loro squadra, no? No, non è un entusiasmo, è una cosa più profonda: è lo stupore che viene quando ci incontriamo con Gesù».

Questo stupore, ha spiegato il Pontefice, è l'inizio «dello stato abituale del cristiano». Certamente, ha fatto notare, non possiamo vivere sempre nello stupore, ma questa condizione è l'inizio che permette di lasciare «l'impronta nell'anima, e la consolazione spirituale». Infatti, lo stato del cristiano deve essere la consolazione spirituale, nonostante i problemi, i dolori, le malattie. «L'ultimo scalino della consolazione — ha detto il Papa — è la pace: si incomincia con lo stupore, e il tono minore di questo stupore, di questa consolazione è la pace». Il cristiano, pur nelle prove più dolorose, non perde mai «la pace e la presenza di Gesù» e con «un po' di coraggio, possiamo dirlo al Signore: "Signore, dammi questa grazia che è l'impronta dell'incontro con te: la consolazione spirituale"». E, soprattutto, ha sottolineato, «mai perdere la pace». Guardiamo al Signore, il quale  «ha sofferto tanto, sulla Croce, ma non ha perso la pace. La pace, questa, non è nostra: non si vende né si compra». È un dono di Dio che dobbiamo chiedere. La pace è come «l'ultimo scalino di questa consolazione spirituale, che incomincia con lo stupore di gioia». Per questo, non dobbiamo farci «ingannare dalle nostre o da tante altre fantasie, che ci portano a credere che queste fantasie siano la realtà». Infatti, è più cristiano «credere che la realtà non possa essere tanto bella». Il Papa ha concluso chiedendo la grazia della consolazione spirituale e della pace, che «incomincia con questo stupore di gioia nell'incontro con Gesù Cristo».

Insieme con il Pontefice hanno concelebrato, tra gli altri, i salesiani don Sergio Pellini, direttore generale della Tipografia Vaticana Editrice L'Osservatore Romano, e don Marek Kaczmarczyk, direttore commerciale. Erano presenti anche  Domenico Nguyen Duc Nam, direttore tecnico, Antonio Maggiotto e Giuseppe Canesso.

 

5 aprile 2013



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