martedì 21 agosto 2012

CIELLINO DAL 1961, PIDIELLINO CONVINTO, LAVORO PER UN CENTRODESTRA MODERNO

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CIELLINO DAL 1961, PIDIELLINO CONVINTO, LAVORO PER UN CENTRODESTRA MODERNO

Ciellino da mezzo secolo. Piedillino convinto ieri e oggi. Governatore della Lombardia fino al 2015. Roberto Formigoni, intervistato da Franco Bechis su Libero, racconta di sé dal Meeting di Rimini, dov'è presente dall'apertura di domenica scorsa. Lo fa mettendo a disposizione dei lettori il suo dna, i suoi valori, le sue battaglie presenti e future.

CIELLINO DA 51 ANNI
C'è anzitutto il Formigoni che ha incontrato don Luigi Giussani e ha fatto propria l'esperienza cristiana: «Sono un ciellino – spiega –. Ho incontrato il movimento nel 1951. Questa è la cosa che mi definisce e a cui non rinuncerei mai: un ciellino. Quando sono in politica cerco di fare il bene di tutti». Il popolo ciellino lo sa e – sottolinea a Bechis Formigoni – non ha mai avuto dubbi: «L'affetto che ho trovato entrando in sala (domenica scorsa) ha evidenziato anche ai giornalisti qual è la realtà. Conosco la mia gente, e soprattutto la mia gente conosce me da 50 anni. Non ha avuto dubbi su di me, perché sa chi sono».

17 MEETING E 14 AVVISI DI GARANZIA
Nessun calo di fiducia, pertanto, da parte della platea del Meeting nei riguardi di Formigoni. Del resto – racconta il governatore – «da quando sono presidente della Regione Lombardia la procura di Milano mi ha mandato 14 avvisi di garanzia. Da allora ho partecipato a 17 Meeting e 14 volte avevo un avviso di garanzia sul groppone. Che imbarazzo vuole che abbia il Meeting? Ci hanno fatto il callo ormai».

UNA MONTAGNA DI ACCUSE
Gli attacchi portati avanti negli ultimi mesi contro Formigoni rivelano, tuttavia, una violenza inaudita. Lo riconosce lo stesso presidente della Lombardia: «In questi mesi è stata rovesciata su di me una montagna di accuse, sono stati raccontati episodi falsi o falsificati che avrebbero ammazzato un bufalo. Ma non hanno ammazzato Formigoni. Perché la gente credeva al Formigoni che avevano conosciuto e non a quello dipinto». Il popolo lombardo – aggiunge – «sa chi sono, mi ha guardato negli occhi mille volte, mi ha incontrato molte volte: sono uno che non si risparmia. La gente crede a quello che vede».

STENTATA LA FASE DUE DI MONTI
Il compito di Cl non è fare politica, ma l'educazione di un uomo alla libertà e alla responsabilità. Non è un'affermazione dell'oggi ma di sempre. E proprio con libertà di giudizio la platea di Cl ha ascoltato l'intervento di Mario Monti con cui si è aperto il Meeting: «Il Governo Monti ha avuto un primo tempo, è stato efficace nel mettere in sicurezza i conti – commenta Formigoni a proposito della non calorosissima accoglienza riservata al premier domenica –. E poi un secondo tempo della costruzione e della crescita, che stenta a venire. Forse Monti era obbligato a dire quello che ha detto e a non dire quello che ci si aspettava da lui». Circa l'orientamento alle elezioni future, il giudizio sarà ancora una volta laico: «Dove troviamo le cose a cui noi crediamo (valori irrinunciabili, sussidiarietà, famiglia…)? Li abbiamo trovati nel centrodestra. Talvolta scegliendo il male minore. Ma scegliendo. Sarà ancora così alle prossime elezioni. Ma è evidente la delusione del nostro mondo nei confronti dei ben pochi risultati dell'ultimo governo di centrodestra».

PRESIDENTE FINO AL 2015
Se l'orientamento politico dei ciellini è chiaro, altrettanto chiaro è l'impegno politico di Formigoni: «Vorrei governare la Regione Lombardia fino al 2015 – dichiara a Libero –. Se lasciassi prima, sarebbe una resa. Continuerò a essere un militante del Pdl o di quel che verrà dopo il Pdl. Mi batterò per un centrodestra moderno, convinto ancora che bisognerebbe costituire qui quello che è il Ppe in Europa».


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» La domanda di Don Camillo: bisogna salvare il seme / Maurizio Lupi | Sito Ufficiale

La domanda di Don Camillo: bisogna salvare il seme

crisi meeting ripresa

L'incontro a cui ha partecipato anche Mario Monti, ha preso le mosse dalla mostra del Meeting "L'imprevedibile istante. Giovani per la crescita". L'ho visitata e vi trasmetto la conclusione

La crisi, l'ho sempre detto, pur nella sua drammaticità, può essere vissuta come una grande occasione. Di fronte ad essa possiamo subire o reagire. In ogni caso la crisi costringe a tornare alla verità della nostra esperienza umana.

Questa mostra propone tanti esempi di persone che hanno risposto positivamente e con intrapresa. Perchè anche se tutto sembra andare male, bisogna sapere cosa salvare.

Occorre salvare il seme, di questo umano come diceva il Cristo nel racconto di Guareschi: "Signore: la gente paventa le armi terrificanti che disintegrano uomini e cose. Ma io credo che soltanto esse potranno ridare all'uomo la sua ricchezza. Perchè distruggeranno tutto e l'uomo, liberato dalla schiavitù dei beni terreni, cercherà nuovamente Dio. E lo ritroverà e ricostruirà il patrimonio spirituale che oggi sta finendo di distruggere. Signore, se questo è ciò che accadrà, cosa posiamo fare noi?" Il Cristo sorrise. "Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l'asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza". Quel seme che fiorisce per chi, come noi crede nella fede e lo rende fecondo: "Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogn aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta". (G. Guareschi, Don Camillo, Rizzoli, Milano 1994)

Per chi si fosse perso questo incontro di domenica, segnalo che il video integrale è visibile a questo indirizzo.



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» Appello a Monti: basta tagli alla virtuosa Lombardia / Maurizio Lupi | Sito Ufficiale

Sano nordismo cattolico?!
Pensiamo di sì

Appello a Monti: basta tagli alla virtuosa Lombardia

Regione Lombardia logo

Con amici e colleghi abbiamo sottoscritto un appello per chiedere al Governo un ripensamento riguardo ai tagli lineari che mettono sullo stesso piano regioni virtuose e non

Ecco il testo dell'appello che ho sottoscritto:

Chiediamo un deciso ripensamento da parte del governo, l'abbandono della politica dei tagli lineari per passare, con autorevolezza, a una politica di merito e di valutazione della virtuosita' dei bilanci e della spesa delle regioni.

Il nostro impegno nelle aule parlamentari sara' proprio all'insegna di questo proposito: abbandono dei tagli lineari, guardare agli investimenti e favorire chi amministra in modo efficiente e trasparente. Sostenere la ripresa economica partendo proprio dalle regioni maggiormente virtuose e in grado, come la Lombardia, di far ripartire il 'Sistema Paese'".

Tra i firmatari, Maurizio Bernardo, Mariella Bocciardo, Luigi Casero, Elena Centemero, Massimo Corsaro, Riccardo De Corato, Renato Farina, Paola Frassineti, Maurizio Lupi, Antonio Palmieri e Raffaello Vignali. "Diciamo basta la Regione e i cittadini lombardi non possono essere ulteriormente soggiogati ne va della tenuta democratica e sociale del Nord e di tutto il Paese.

La Regione Lombardia non ha mai avuto richiami o provvedimenti sulla gestione del bilancio e delle risorse, adeguando il proprio strumento di programmazione alle recenti disposizioni governative sulla omogeneita' dei bilanci. E' un grave errore politico e di buona amministrazione mettere sullo stesso piano la Lombardia con altre regioni che virtuose nella spesa non lo sono di certo.



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MONTI AL MEETING/ Vittadini: l'Italia? È come nel '48

Ci interessa questo giudizio realista sulla politica di Monti e il ruolo del cattolico adesso.
Sembra in linea con una giusta posizione aconfessionale che anche don Sturzo ha sempre consigliato.
Non sappiamo che inquadramento partitico da suggerire ma riteniamo che il miglior criterio di sempre sia quello del rapporto di amicizia con gente più avanti a noi , che ci offrono uno sguardo più umano nelle vicende della vitA 

MONTI AL MEETING/ Vittadini: l'Italia? È come nel '48

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MONTI AL MEETING/ Vittadini: l'Italia? È come nel '48
MONTI AL MEETING/ Vittadini: l'Italia? È come nel '48

Giorgio Vittadini

domenica 19 agosto 2012

«La crescita non nasce innanzitutto dalle politiche economiche e dalla programmazione, ma dalla valorizzazione dell'io in azione», così il professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà ci introduce ad uno dei temi fondamentali del Meeting, che culmina con la visita odierna del presidente del consiglio Mario Monti.

 

Da che cosa nasce l'idea della mostra "L'imprevedibile istante. I giovani per la crescita"?

 

La mostra si colloca sulla scia del lavoro svolto l'anno scorso sui "150 anni di sussidiarietà" che metteva in luce la virtuosa "anomalia italiana", la capacità di iniziativa di tanti "io" che dal basso e liberamente, motivati da ideali diversi, hanno dato vita a iniziative in risposta ai bisogni personali e di tutti, superando ogni crisi. Oggi vogliamo dimostrare che per rimettere in moto il Paese, prima di ogni politica economica c'è da considerare il soggetto del cambiamento: ogni singola persona che è sempre più grande delle circostanze in cui si trova. E quindi che il motore di un nuovo sviluppo capace di progettare il futuro del Paese non può che consistere nel liberare creatività, desideri, spirito di iniziativa, cioè rispettare il principio di sussidiarietà. Attraverso video, grafiche, animazioni, racconteremo moltissime esperienze nate da "imprevedibili istanti", momenti in cui dei giovani, nella scuola, in università e nel mondo del lavoro hanno deciso di non lasciarsi trascinare dal flusso delle cose e hanno preso iniziativa seguendo con tenacia e creatività un'intuizione che li ha portati a esplorare soluzioni nuove nell'affronto dei problemi. L'inizio della crescita non è la programmazione, ma la valorizzazione dell'io in azione.

 

Perché all'incontro di presentazione della mostra è stato invitato il presidente Monti?

 

Monti è stato chiamato a far fronte a un'emergenza nazionale dopo che il centrodestra non è riuscito né a contrastare la crisi né a fare la rivoluzione liberale che molti auspicavano, sprecando il grande consenso elettorale ottenuto; e il centrosinistra ha più volte fallito per i suoi contrasti interni e il suo vetusto statalismo spacciato per progressismo. Così oggi l'Italia rischia seriamente di andare in serie B, dilaniata dal debito pubblico e dalla mancanza di crescita: il governo Monti sta cercando di invertire la rotta su questi due temi. E a proposito della crescita, credo sia importante che il presidente veda questi esempi di giovani che non si danno per vinti ma sono propositivi e costruttivi e quindi offrono preziose indicazioni sulla strada di un nuovo sviluppo. Vale il detto di Guareschi che abbiamo ripreso nella mostra: "salvare il seme". Così si innesca un nuovo sviluppo.

 

Lei che sarà sul palco, cosa dirà al presidente?

 

Cercheremo di documentare come la strada per lo sviluppo non possa che essere quella della sussidiarietà e che la mancanza di crescita dipende infatti innanzitutto dai troppi lacci e laccioli che caratterizzano il sistema italiano, simboleggiati nella mostra dai "prigioni" di Michelangelo: lo statalismo contro l'autonomia della scuola pubblica e contro la parità delle scuole libere sembra giustificarsi per creare uguaglianza delle opportunità ma finisce in realtà per discriminare i poveri ed è contro il merito. Analogamente, la mancanza di competizione tra università (come avviene nei Paesi anglosassoni) fa si che i soldi siano distribuiti a pioggia, che molte sedi universitarie siano inadeguate e che la selezione sia sul reddito non sul merito (dopo cinque anni dalla laurea i figli dei ricchi fanno i lavori più qualificati). E terzo, nel mondo del lavoro si continua a confondere precariato con flessibilità difendendo altresì i privilegi clientelari di alcuni: così si ostacola l'inserimento dei lavoratori più giovani. In questo contesto vanno collocati gli esempi virtuosi citati, esperienze nate da "imprevedibili istanti" in cui dei giovani hanno deciso di non lasciarsi trascinare dal flusso delle cose e hanno preso iniziativa seguendo con tenacia e creatività un'intuizione che li ha portati a esplorare soluzioni nuove nell'affronto dei problemi. Occorre una svolta sussidiaria e solidale che rompa lacci e laccioli perché il loro esempio diventi un tentativo che contagi tutti.

 

Qual è il giudizio di questi primi nove mesi di governo Monti?



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