lunedì 23 marzo 2009

Parole di Speranza dal viaggio in Africa

L’ho chiamato questa mattina “il continente della speranza”.

Nunziatura Apostolica di YaoundéGiovedì, 19 marzo 2009



Dio è venuto incontro ad ogni uomo, certamente, ma in modo particolare, incontro all’uomo africano.

Nunziatura Apostolica di YaoundéGiovedì, 19 marzo 2009



Perché non sperare che essa possa fornire agli Africani di oggi e alla Chiesa universale grandi teologi e maestri spirituali che potrebbero contribuire alla santificazione degli abitanti di questo continente e della Chiesa intera? Nunziatura Apostolica di YaoundéGiovedì, 19 marzo 2009



se è vero che in Gesù Cristo noi apparteniamo alla stessa famiglia e condividiamo la stessa vita, poiché nelle nostre vene circola lo stesso Sangue di Cristo, che fa di noi figli di Dio, membri della Famiglia di Dio, non dovrebbero dunque più esserci odio, ingiustizie, guerre tra fratelliNunziatura Apostolica di YaoundéGiovedì, 19 marzo 2009



l’africano Lattanzio all’alba del IV secolo: “Il primo dovere della giustizia è riconoscere l’uomo come un fratello. Infatti, se lo stesso Dio ci ha fatti e ci ha generati tutti nella stessa condizione, in vista della giustizia e della vita eterna, noi siamo sicuramente uniti da legami di fraternità: chi non li riconosce è ingiusto” (Epitomé des Intitutions Divines, 54, 4-5: SC 335, p. 210)

Nunziatura Apostolica di YaoundéGiovedì, 19 marzo 2009


E’ urgente che le comunità cristiane diventino sempre più luoghi di ascolto profondo della Parola di Dio e di lettura meditativa della Sacra Scrittura. E’ attraverso questa lettura meditativa e comunitaria nella Chiesa che il cristiano incontra Cristo risorto che gli parla e gli ridona speranza nella pienezza di vita che Egli offre al mondo.ibidem





La Parola e il Pane di vita offrono luce e nutrimento, come antidoto e viatico nella fedeltà al Maestro e Pastore delle nostre anime, perché la Chiesa in Africa realizzi il servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace, secondo il programma di vita dato dal Signore ibidem





Nessuna differenza etnica o culturale, di razza, di sesso o di religione deve divenire tra voi motivo di contesa. Voi siete tutti figli dell’unico Dio, nostro Padre, che è nei cieli. Con questa convinzione sarà finalmente possibile costruire un’Africa più giusta e pacifica, all’altezza delle legittime attese di tutti i suoi figli.idem







Questo è veramente un momento di grande speranza per l’Africa e per il mondo intero. Popolo del Camerun, vi incito a cogliere l’importanza del momento che il Signore vi ha dato! Rispondete alla sua chiamata che vi impegna a portare riconciliazione, guarigione e pace alle vostre comunità ed alla vostra società! Operate per eliminare l’ingiustizia, la povertà e la fame ovunque le troviate! Dio benedica questo bellissimo Paese, “l’Africa in miniatura”, un Paese di promesse, un Paese di gloria. Dio benedica tutti voi!Aeroporto internazionale Nsimalen di YaoundéVenerdì, 20 marzo 2009



Dio ha concesso agli esseri umani di volare, al di sopra delle loro tendenze naturali, con le ali della ragione e della fede

Aeroporto internazionale 4 de Fevereiro di LuandaVenerdì, 20 marzo 2009




Per dare vita ad una società veramente sollecita del bene comune, sono necessari valori da tutti condivisi. Sono convinto che l’Angola li potrà trovare anche oggi nel Vangelo di Gesù Cristo, come accadde tempo addietro con un vostro illustre antenato, Dom Afonso I Mbemba-a-Nzinga; per opera sua, cinquecento anni fa è sorto in Mbanza Congo un regno cristiano che sopravvisse fino al XVIII secolo

idem



L’Angola sa che è arrivato per l’Africa il tempo della speranza. Ogni comportamento umano retto è speranza in azione. Le nostre azioni non sono mai indifferenti davanti a Dio; e non lo sono neanche per lo sviluppo della storia

Salone d’onore del Palazzo Presidenziale di LuandaVenerdì, 20 marzo 2009




Il cristiano di fede adulta e matura non è colui che segue le onde della moda e l’ultima novità, ma colui che vive profondamente radicato nell’amicizia di Cristo. Questa amicizia ci apre verso tutto ciò che è buono e ci offre il criterio per discernere tra errore e verità.Cappella della Nunziatura Apostolica - LuandaVenerdì, 20 marzo 2009



Seguendo coloro che hanno seguito Gesù, con loro seguiamo lo stesso Cristo e così entriamo nella Luce.

idem

Amici miei, voi siete un seme gettato da Dio nella terra; esso porta nel cuore una forza dell’Alto, la forza dello Spirito Santo

INCONTRO CON I GIOVANI
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Stadio dos Coqueiros - LuandaSabato, 21 marzo 2009

Carissimi amici!
Siete venuti in gran numero, in rappresentanza di molti altri spiritualmente a voi uniti, per incontrare il Successore di Pietro e, insieme a me, proclamare davanti a tutti la gioia di credere in Gesù Cristo e rinnovare l’impegno di essere suoi fedeli discepoli in questo nostro tempo. Un identico incontro ha avuto luogo in questa stessa città, in data 7 giugno 1992, con l’amato Papa Giovanni Paolo II. Con lineamenti un po’ diversi, ma con lo stesso amore nel cuore, ecco davanti a voi l’attuale Successore di Pietro, che vi abbraccia tutti in Gesù Cristo, che “è lo stesso ieri, oggi e per sempre” (Eb 13,8).
Prima di tutto, voglio ringraziarvi per questa festa che voi mi fate, per questa festa che voi siete, per la vostra presenza e la vostra gioia. Rivolgo un saluto affettuoso ai venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio e ai vostri animatori. Di cuore ringrazio e saluto quanti hanno preparato quest’Incontro e, in particolare, la Commissione episcopale per la Gioventù e le Vocazioni con il suo Presidente, Mons. Kanda Almeida, che ringrazio per le cordiali parole di benvenuto rivoltemi. Saluto tutti i giovani, cattolici e non cattolici, alla ricerca di una risposta per i loro problemi, alcuni dei quali sicuramente riferiti dai vostri Rappresentanti, le cui parole ho ascoltato con gratitudine. L’abbraccio che ho scambiato con loro vale naturalmente per tutti voi.
Incontrare i giovani fa bene a tutti! Essi hanno a volte tante difficoltà, ma portano con sé tanta speranza, tanto entusiasmo, tanta voglia di ricominciare. Giovani amici, voi custodite in voi stessi la dinamica del futuro. Vi invito a guardarlo con gli occhi dell’apostolo Giovanni: «Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra (…) e anche la città santa, la nuova Gerusalemme scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini”» (Ap 21, 1-3). Carissimi amici, Dio fa la differenza. A cominciare dalla serena intimità fra Dio e la coppia umana nel giardino dell’Eden, passando alla gloria divina che irradiava dalla Tenda della Riunione in mezzo al popolo d’Israele durante la traversata del deserto, fino all’incarnazione del Figlio di Dio che si è indissolubilmente unito all’uomo in Gesù Cristo. Questo stesso Gesù riprende la traversata del deserto umano passando attraverso la morte e arriva alla risurrezione, trascinando con sé verso Dio l’intera umanità. Ora Gesù non si trova più confinato in un luogo e in un tempo determinato, ma il suo Spirito, lo Spirito Santo, emana da Lui e entra nei nostri cuori, unendoci così con Gesù stesso e con Lui al Padre – con il Dio uno e trino.
Sì, miei cari amici! Dio fa la differenza… Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi. Tale è la promessa che Egli stesso ci fa: «Ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 5). Ed è vero! Ce lo dice l’apostolo san Paolo: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con se mediante Cristo» (2 Cr 5, 17-18). Essendo salito al Cielo ed essendo entrato nell’eternità, Gesù Cristo è diventato Signore di tutti i tempi. Perciò, può farsi nostro compagno nel presente, portando il libro dei nostri giorni nella sua mano: in essa sostiene fermamente il passato, con le sorgenti e le fondamenta del nostro essere; in essa custodisce gelosamente il futuro, lasciandoci intravedere l’alba più bella di tutta la nostra vita che da lui irradia, ossia la risurrezione in Dio. Il futuro dell’umanità nuova è Dio; proprio un iniziale anticipo di ciò è la sua Chiesa. Quando ne avrete la possibilità, leggetene con attenzione la storia: potrete rendervi conto che la Chiesa, nello scorrere degli anni, non invecchia; anzi diventa sempre più giovane, perché cammina incontro al Signore, avvicinandosi ogni giorno di più alla sola e vera sorgente da dove scaturisce la gioventù, la rigenerazione, la forza della vita.
Amici che mi ascoltate, il futuro è Dio. Come abbiamo ascoltato poc’anzi, Egli «tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Ap 21, 4). Nel frattempo, vedo qui presenti alcuni delle migliaia di giovani angolani mutilati in conseguenza della guerra e delle mine, penso alle innumerevoli lacrime che tanti di voi hanno versato per la perdita dei familiari, e non è difficile immaginare le nubi grigie che coprono ancora il cielo dei vostri sogni migliori… Leggo nel vostro cuore un dubbio, che voi rivolgete a me: «Questo è ciò che abbiamo. Quello che tu ci dici non si vede! La promessa ha la garanzia divina – e noi vi crediamo –, ma Dio quando si alzerà per rinnovare ogni cosa?». La risposta di Gesù è la stessa che Egli ha dato ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto?» (Gv 14, 1-2). Ma voi, carissimi giovani, insistete: «D’accordo! Ma quando accadrà questo?» Ad una domanda simile fatta dagli apostoli, Gesù rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni (…) fino agli estremi confini della terra» (At 1, 7-8). Guardate che Gesù non ci lascia senza risposta; ci dice chiaramente una cosa: il rinnovamento inizia dentro; riceverete una forza dall’Alto. La forza dinamica del futuro si trova dentro di voi.
Si trova dentro… ma come? Come la vita è dentro un seme: così ha spiegato Gesù, in un’ora critica del suo ministero. Era iniziato – il suo ministero - con grande entusiasmo, poiché la gente vedeva i malati guariti, i demoni cacciati, il Vangelo annunziato; ma, per il resto, il mondo andava avanti come prima: i romani dominavano ancora; la vita era difficile nel susseguirsi dei giorni, nonostante ci fossero quei segni, quelle belle parole. E l’entusiasmo si era andato spegnendo, fino al punto che parecchi discepoli avevano abbandonato il Maestro (cfr Gv 6, 66), che predicava ma non cambiava il mondo. E tutti si domandavano: In fondo che valore ha questo messaggio? Cosa ci porta questo Profeta di Dio? Allora Gesù parlò di un seminatore che semina nel campo del mondo, e spiegò poi che il seme è la sua Parola (cfr Mc 4, 3-20), sono le guarigioni operate: davvero poca cosa se paragonate con le enormi carenze e “macas” [difficoltà] della realtà di ogni giorno. Eppure nel seme è presente il futuro, perché il seme porta dentro di sé il pane di domani, la vita di domani. Il seme sembra quasi niente, ma è la presenza del futuro, è promessa presente già oggi; quando cade in terra buona fruttifica trenta, sessanta ed anche cento volte tanto.
Amici miei, voi siete un seme gettato da Dio nella terra; esso porta nel cuore una forza dell’Alto, la forza dello Spirito Santo. Tuttavia per passare dalla promessa di vita al frutto, la sola via possibile è offrire la vita per amore, è morire per amore. Lo ha detto lo stesso Gesù: «Se il seme caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (cfr Gv 12, 24-25). Così ha parlato Gesù, e così ha fatto: la sua crocifissione sembra il fallimento totale, ma non lo è! Gesù, animato dalla forza di «uno Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio» (Eb 9, 14). E in questo modo, caduto cioè in terra, Egli ha potuto dar frutto in ogni tempo e lungo tutti i tempi. E in mezzo a voi si trova il nuovo Pane, il Pane della vita futura, la Santissima Eucaristia che ci alimenta e fa sbocciare la vita trinitaria nel cuore degli uomini.
Giovani amici, sementi dotate della forza del medesimo Spirito eterno, sbocciate al calore dell’Eucaristia, nella quale si realizza il testamento del Signore: Lui si dona a noi e noi rispondiamo donandoci agli altri per amore suo. Questa è la via della vita; ma sarà possibile percorrerla alla sola condizione di un dialogo costante con il Signore e di un dialogo vero tra voi. La cultura sociale dominante non vi aiuta a vivere la Parola di Gesù e neppure il dono di voi stessi a cui Egli vi invita secondo il disegno del Padre. Carissimi amici, la forza si trova dentro di voi, come era in Gesù che diceva: «Il Padre che è in me compie le sue opere. (…) Anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne fará di più grandi, perché io vado al Padre» (Gv 14, 10.12). Perciò non abbiate paura di prendere decisioni definitive. Generosità non vi manca – lo so! Ma di fronte al rischio di impegnarsi per tutta la vita, sia nel matrimonio che in una vita di speciale consacrazione, provate paura: «Il mondo vive in continuo movimento e la vita è piena di possibilità. Potrò io disporre in questo momento della mia vita intera ignorando gli imprevisti che essa mi riserva? Non sarà che io, con una decisione definitiva, mi gioco la mia libertà e mi lego con le mie stesse mani?». Tali sono i dubbi che vi assalgono e l’attuale cultura individualistica e edonista li esaspera. Ma quando il giovane non si decide, corre il rischio di restare un eterno bambino!
Io vi dico: Coraggio! Osate decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere qualcosa di grande nella vita. Non c’è dubbio che la vita ha valore soltanto se avete il coraggio dell’avventura, la fiducia che il Signore non vi lascerà mai soli. Gioventù angolana, libera dentro di te lo Spirito Santo, la forza dall’Alto! Con fiducia in questa forza, come Gesù, rischia questo salto per così dire nel definitivo e, con ciò, offri una possibilità alla vita! Così verranno a crearsi tra voi delle isole, delle oasi e poi grandi superfici di cultura cristiana, in cui diventerà visibile quella «città santa che scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo». Questa è la vita che merita di essere vissuta e che di cuore vi auguro. Viva la gioventù di Angola!

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